È stato per decenni un punto di riferimento nel mondo dell’imprenditoria. Ha realizzato un sistema di lavoro, fabbrica e welfare tale da “rivaleggiare” soltanto con figure del calibro di Enrico Mattei e Adriano Olivetti. Un mito, quello di Leonardo Del Vecchio, che nel Bellunese è ancora affascinante e fortissimo. E che lunedì sera (13 marzo) sarà rispolverato al Teatro Comunale, in una serata organizzata dal Rotary Club Belluno e dal Circolo Cultura e Stampa Bellunese.
Alle 18 infatti verrà presentata una nuova biografia del patron di Luxottica, scomparso lo scorso giugno. “Leonardo Del Vecchio: l’uomo, l’imprenditore, con Belluno nel cuore”, il titolo del libro, opera di Tommaso Ebhardt, fresco vincitore del premio “Valori d’impresa” di Confindustria Veneto Est.
È una biografia, ma anche un romanzo. E contiene pure un pezzo di storia d’Italia. Tanti libri in uno solo, insomma. Che prendono le mosse dalla povertà delle case popolari e dall’orfanotrofio, arrivano a una bottega in periferia in grado di trasformarsi in una fabbrica nelle Dolomiti. È la vicenda umana e professionale, due vite che si intrecciano fino a far diventare diventare Del Vecchio il numero uno dell’imprenditoria italiana (e non solo) e fino a far crescere Luxottica (e il territorio che la ospita). Nel testo di Ebhardt traspare nitidamente l’uomo Leonardo, con la sua idea fissa in testa, “essere il più bravo”. E lunedì al Comunale l’idea di Del Vecchio tornerà tra le Dolomiti che tanta fortuna hanno costituito per la sua figura e per la sua “creatura”, quella Luxottica che mezzo mondo invidia e l’altro mezzo mondo cerca di copiare.