L’idroelettrico nel Bellunese: convegno in sala Muccin, collegato Salvini

L’idroelettrico nel Bellunese: convegno in sala Muccin, collegato Salvini

La questione dell’idroelettrico, la transizione energetica, l’emendamento Giorgetti. Di questo, e altro, si parlerà domani (venerdì 27 maggio), alle 20.30 nella sala Muccin del Centro Giovanni XXIII, all’interno di un incontro organizzato dalla sezione di Belluno della Lega e trasmesso anche online dalla pagina Facebook “Lega Provincia di Belluno”. Al tavolo dei relatori ci saranno l’eurodeputato e responsabile del Dipartimento Montagna, nonché primo promotore della serata, Alessandro Panza, l’assessore regionale veneto all’ambiente e alla Protezione civile Gianpaolo Bottacin, l’assessore agli enti locali, montagna e piccoli comuni della Regione Lombardia Massimo Sertori, il commissario regionale Lega Veneta Alberto Stefani, il candidato sindaco di Belluno Oscar De Pellegrin e il responsabile del Dipartimento energia Paolo Arrigoni. In diretta sarà collegato il leader Matteo Salvini. 

La partita è importante per il Bellunese che, da solo, detiene tra il 70 e l’80% del totale delle centrali presenti in Veneto, e rappresenta un tassello fondamentale che si aggiunge al grande quadro dell’autonomia. La Regione sta tenendo alta l’attenzione sul tema, perché il Governo recepisca la legge regionale in via di stesura, ed è importante che anche amministratori e popolazione siano a conoscenza della possibilità che si aprirà per il territorio. 

«Venerdì 27 maggio sarà il momento per fare il punto e riflettere su quanto questo passaggio rappresenti una svolta epocale, per quanto riguarda la gestione dell’acqua nel nostro territorio di montagna – spiega l’assessore regionale Gianpaolo Bottacin -. Qualche anno fa, grazie ad un intervento dell’allora sottosegretario Giancarlo Giorgetti, è stato approvato un emendamento per consentire di trasferire a titolo gratuito la proprietà delle centrali idroelettriche agli enti pubblici, nel momento in cui scadranno le convenzioni. Questa è una svolta epocale, significa che i territori diventano proprietari di un bene fondamentale per la loro gestione e possono mantenere totalmente le risorse derivanti dallo sfruttamento dell’acqua in provincia». 

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