Larin Camp: 3 giorni di lavoro e relax nella splendida Val di Chiana

Larin Camp: 3 giorni di lavoro e relax nella splendida Val di Chiana

Lo splendido scenario della Val di Chiana per tre giornata di lavoro e relax. Venti collaboratori di Larin Group (www.larin.it) hanno dato vita al primo Larin Camp della storia del gruppo: dopo un anno passato principalmente “online”, il team ha deciso di incontrarsi faccia a faccia per una sessione intensa di team building.

Un’occasione non solo per festeggiare i successi raggiunti in questi dieci anni, ma anche per guardare al futuro e rafforzare il gruppo: «Da un anno a questa parte siamo diventati una fully remote company – spiega Marco Da Rin Zanco, Ceo di Larin Group – e, appena la situazione sanitaria ce l’ha permesso, abbiamo deciso di riunirci tutti insieme in una location immersa nella natura per guardarci negli occhi e divertirci. Crediamo fermamente nel nostro modello “fully remote”: lavoriamo da remoto, ma non sottovalutiamo la forza delle relazioni. Il Larin Camp è nato anche per questo, per valorizzare le relazioni e riempirle di significato. Quel significato che, secondo noi, apre grandissimi spazi di crescita come squadra e, di conseguenza, come azienda.

Questo primo Larin Camp è stato un momento di altissimo coinvolgimento, di ascolto, di relazione e ci ha confermato ciò che in fondo sapevamo già: per fare bene qualcosa il primo passo è riconoscere obiettivi comuni, delineare una vision coerente e una strategia che guarda lontano». Tre giorni da cui sono emerse altrettante considerazioni: la prima, è che per creare una fully remote company è necessario mantenere e instaurare nuove relazioni. Per questo l’ascolto è fondamentale: prendendo spunto dal famoso format TEDx, il team si è cimentato così in un TEDxLarin, un one-man-show di 8 minuti che aveva il semplice obiettivo di tornare ad ascoltare gli altri, sentire la loro visione del mondo o il loro punto di vista su una particolare tematica. Gli interventi hanno spaziato dal funzionamento di un alveare a nuovi modi di rappresentare uno spartito musicale, passando per la Haka dei Maori senza dimenticare che, una famiglia, può essere anche ispirazione per gli altri. 

Il gruppo ha poi guardato al futuro, cercando di rispondere alla domanda “Come sarà il mondo tra 10 anni?”: «Ciò che è emerso è servito per comprendere fino in fondo le aspirazioni personali, il desiderio di crescita e per settare, concluso un ciclo, gli obiettivi di quello successivo. Intessere legami in un’azienda fully remote, infine, è una sfida che può essere vinta solamente creando momenti di ascolto». 

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