«In montagna la scuola è un presidio irrinunciabile. A fronte di numeri in calo, che certificano lo spopolamento delle terre alte, è necessario individuare regole diverse nella formazione delle classi». La richiesta arriva da Dario Bond. Il deputato bellunese raccoglie gli ultimi dati relativi alla crisi demografica della montagna. Dati che si evidenziano soprattutto nella popolazione scolastica. E che parlano di un crollo a cui seguirà inevitabilmente la chiusura di molte scuole nel giro di pochi anni. A meno che non ci sia un intervento statale nella definizione di nuove norme ad hoc per le terre alte.
«La scuola bellunese ha perso 550 studenti nell’ultimo anno. Significa che a settembre avrà 550 banchi vuoti rispetto a un anno fa – spiega Bond -. È un trend cominciato qualche anno fa e in decisa accelerazione, che rivela in pieno il dramma dello spopolamento della montagna. In questa situazione, il rischio concreto è di dover ricorrere alle pluriclassi per non chiudere le scuole, a detrimento dell’offerta formativa per i bambini e i ragazzi. Serve un patto per la montagna che cominci proprio dalla scuola. A fronte del calo delle nascite, è necessario che i criteri di formazione delle classi non siano gli stessi della pianura. In parole povere, bisogna diminuire il numero minimo di alunni per classe, in modo che la montagna possa continuare ad avere un servizio di qualità. Spiegherò la situazione anche ai ministri D’Incà e Franco perché possano prevedere, in uno dei tanti provvedimenti ponte al varo in questi mesi, una sorta di deroga al numero di alunni per classe».
