«La bandiera olimpica sventola nelle nostre mani». Poche parole, cariche di significato. Il sindaco di Cortina rientra da Pechino con un bagaglio importante. 

Allo stadio olimpico della capitale cinese si è appena spento il braciere olimpico, ma già si accende l’attesa per Milano-Cortina 2026. Sì, perché tra quattro anni i cinque cerchi splenderanno anche sotto la Tofana. E quattro anni, si sa, fanno presto a passare.

Le immagini della cerimonia di chiusura di Pechino sono ancora vivide nella mente. Come l’emozione provata dal sindaco Ghedina, nel ricevere la bandiera olimpica insieme al collega Giuseppe Sala (primo cittadino di Milano). Ma da oggi bisogna cominciare a pensare al 2026. Allo stadio del curling, rimasto bloccato per inghippi burocratici che il Comune di Cortina non può non cercare di velocizzare; altrimenti Stefania Constantini rischia di doversi allenare fuori provincia; e peggio, Cortina potrebbe perdere le gare olimpiche a favore di località più pronte. Bisogna pensare alla viabilità per raggiungere Cortina, perché quella attuale non è adatta e il pericolo che le varianti progettate per i Mondiali 2021 non siano state realizzate neanche per il 2026 è abbastanza concreto. Soprattutto, bisogna pensare in grande, perché il territorio bellunese – non solo Cortina – ha una opportunità che difficilmente ricapiterà a breve.

Intanto «la bandiera olimpica sventola nelle nostre mani» scrive il sindaco Ghedina tornando da Pechino. E almeno per un giorno a Cortina si respira aria olimpica, mentre tacciono le polemiche di chi non vorrebbe le gare a cinque cerchi sotto le Tofane.