«Paghi il parcheggio, la Ztl, la Zona C in città dove vivi o lavori? E l’autostrada? Bene. Ottimo. E dunque anche in montagna non tutto può essere regalato, non tutto è gratis». Uncem lo dice con grande franchezza. E lo scrive nel manifesto #Sceglilamontagna, una vera e propria compagna per lanciare il turismo a misura di terre alte.
«Non tutto è gratis. E chi sale in quota deve saperlo» sostiene Marco Bussone, presidente di Uncem (Unione nazionale Comuni ed enti montani). «I rifugi non sono alberghetti di montagna, la montagna non è tutta gratis, sempre regalata e in omaggio. È questo un punto centrale per Uncem, che si unisce al “Compra in valle, la montagna vivrà” troppo spesso non seguito da chi va per un pic-nic e porta tutto da casa. I paesi non sono borghi – sia chiaro – e non sono destinazioni turistiche sotto una campagna di vetro. Sono vivi e non tutto è perfetto. Il paesaggio e gli spazi non sono gratuiti. Occorre attenzione e un nuovo paradigma. La montagna è un luogo di vita e non mera destinazione turistica».
Il messaggio è lanciato ai turisti, certo. Ma anche ai residenti della montagna, con l’invito a non svendere le comunità.
«Non tutto è gratis. Se qualcosa è a pagamento, anche il parcheggio o l’accesso in quota, è per proteggere, salvare, valorizzare quella comunità che lì vive tutto l’anno» continua Bussone (in foto). «Negli ultimi dieci, molti territori montani, alpini e appenninici, in Italia e non solo, hanno sperimentato iniziative per dare un valore a pezzi di territorio che hanno particolare fruizione e tipo di accesso. Non tutto è gratis. Come paghiamo i parcheggi in città, possiamo, vogliamo introdurre alcune aree parcheggio a pagamento nelle aree montane. O delle navette per portarti in luoghi incontaminati, senza auto, oppure strade con un pedaggio. O ancora un ticket gratuito se mi fermo a mangiare in un bar o in un ristorante del paese. I proventi possono così essere reinvestiti dagli enti per una migliore promozione, per migliori servizi».