Oltre un centinaio di persone (adulti, famiglie e ragazzi) hanno partecipato ieri a “Impianti aperti”, la giornata di visita alla sorgente della Val Clusa e al depuratore delle Oselete a Sedico, organizzata da Bim Gsp in occasione della Giornata mondiale dell’acqua.
Ai partecipanti, provenienti da tutta la provincia, i tecnici di Bim Gsp hanno illustrato, al mattino, il funzionamento del principale acquedotto della provincia di Belluno: alimentato da quattro sorgenti (e la Val Clusa è la più importante ubicata a 688 metri s.l.m.) il sistema si snoda per oltre 130 km e approvvigiona circa 50 serbatoi e impianti di sollevamento distribuiti lungo tutta il percorso, andando ad alimentare oltre 50mila persone residenti nei comuni di Sospirolo, Sedico, Belluno, Limana, Borgo Valbelluna, Quero Vas, Segusino e Valdobbiadene.
Un sistema molto articolato, che in media eroga circa 450 litri al secondo, pari a 35mila metri cubi al giorno. Tra i presenti, anche il presidente di Bim Gsp, Attilio Sommavilla, e il sindaco di Sedico, Stefano Deon. «E’ stato davvero interessante, per me in primis che ho partecipato alla visita, conoscere da vicino la complessa gestione dell’acqua e le molteplici fasi che ne garantiscono quotidianamente la disponibilità dai rubinetti – spiega Attilio Sommavilla, presidente di Bim Gsp – . Impattante, sicuramente, aver visto con i nostri occhi gli effetti della siccità che da oltre un anno ci affligge, chiaramente percepibile dai bassi livelli di accumulo di questo periodo». «Il nostro invito – prosegue Sommavilla – rivolto ieri ai visitatori ma che estendiamo a tutti i cittadini, è di adottare già ora comportamenti che permettano un uso parsimonioso della risorsa idrica».
Nel pomeriggio, la visita è proseguita al depuratore di Oselete, in comune di Sedico, tra i più grandi in provincia, a servizio di buona parte del territorio comunale. Recentemente ristrutturato ed ampliato, oggi tratta 750mila metri cubi d’acqua reflua all’anno e garantisce la restituzione in ambiente di acqua pulita.
Fase per fase, i presenti, organizzati in gruppo, hanno potuto capire come avviene il processo di pulizia delle acque di scarico: dal pretrattamento, che elimina i materiali solidi più grossolani (quali cotton-fioc, sabbie, olii) al trattamento biologico, con vasche popolate da batteri che si nutrono delle sostanze inquinanti biodegradabili, al trattamento terziario dove appositi filtri provvedono a rimuovere gli ultimi residui sospesi, fino alla disinfezione, che abbatte la carica batterica prima della restituzione in natura. Particolarmente utili le dimostrazioni pratiche che hanno permesso ai partecipanti di vedere i diversi stadi del refluo, da fango, appunto, ad inizio lavorazione, ad acqua pulita a fine attività.