Il vescovo, l’imam, le istituzioni, i giovani: tutti in marcia per la pace

Il vescovo, l’imam, le istituzioni, i giovani: tutti in marcia per la pace

 

L’eco del messaggio di papa Francesco risuona anche a Belluno, attraverso la marcia della pace. Il cammino di speranza, da piazza dei Martiri a piazza Duomo, ha coinvolto il vescovo Renato Marangoni, l’imam Hassan Frague, oltre ai rappresentanti di diverse comunità religiose e di laici che credono nel dialogo e nell’impegno. 

GUERRE DIMENTICATE
Tra fiaccole accese, racconti e testimonianze, l’evento promosso dalla Caritas diocesana è riuscito inoltre ad abbracciare l’associazione dei gruppi Insieme si può, le Scuole in rete e Libera, mentre il microfono ha amplificato le significative parole della studentessa di origine siriana, Giana Drao: «Come può nascere la pace? Burkina Faso, Egitto, Libia, Mozambico, Nigeria, Repubblica Democratica del Congo, Somalia, Sudan, Sud Sudan, Afghanistan, Birmania, Filippine, Pakistan, Thailandia, Iraq, Yemen, Palestina e Siria: ci capita mai di sentir parlare di queste guerre al telegiornale? Dobbiamo valutare e selezionare le informazioni. Perché solo così possiamo contribuire alla pace: è doveroso interessarci, approfondire, discutere, aprire gli occhi. Riprendiamoci la bellezza dell’uomo, del nostro mondo: la bellezza della pace». 

PICCOLI AGRICOLTORI
Sulla stessa linea di pensiero, Laura Svaluto Moreolo, legata alla Consulta provinciale degli studenti delle Scuole in rete: «La pace è come un piccolo germoglio indifeso, fragile, soggetto alle intemperie. Spetta a noi, piccoli agricoltori, prendercene cura giorno per giorno. E proteggerlo: deve essere il nostro primo pensiero quando ci svegliamo e dobbiamo coltivarlo in ogni nostro gesto, seppur piccolo e quotidiano, così da diventare noi stessi terra fertile per il germoglio della pace. Ed essere capaci di estirpare le erbacce dell’odio e della violenza». Il sindaco di Chies d’Alpago, Gianluca Dal Borgo, ha invece sottolineato come il «nostro bel territorio sia una chiamata e questa vocazione, ci interpella a mantenerlo e migliorarlo. Una montagna abitata aiuta a ridurre il dissesto idrogeologico, che è una ferita per la nostra terra. La chiave del futuro sarà un turismo dolce, un connubio tra natura e incontro con l’altro». 

ECOLOGIA INTEGRALE
La pace dunque passa per la responsabilità, la capacità di cogliere la connessione tra ambiente, natura e persone: «Una delle chiavi di lettura e di impegno – ha evidenziato Cesare Lasen, botanico e primo presidente del Parco nazionale Dolomiti Bellunesi – è la consapevolezza e lo sguardo attento a vari livelli. L’ecologia integrale (tema dell’enciclica Laudato si’) è un appello forte per la nostra realtà». 

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