È strana l’economia. In un momento storico drammatico, tra bollette energetiche alle stelle e imprese che chiudono, lasciando famiglie sul lastrico, il Pil cresce. E continuerà a crescere anche nei prossimi mesi, nonostante il barometro sul fronte della guerra e dei rincari non accenni a virare sul bel tempo. Lo rivela una previsione di Prometeia sul Prodotto interno lordo nazionale, declinato per province.

Risulta così che la crescita della Penisola nel 2022 si attesta sul +3,4%, meglio dell’Eurozona, che si ferma al 3% e molto meglio delle stime globali, che non vanno oltre il +2,3%. Mentre le previsioni per il 2023 segnano una battuta d’arresto (+0,1%). Ma si sa, l’Italia è lunga e stretta, per cui la situazione omplessiva è un conto, quella dei vari territori un altro. Tradotto: mentre gli altri stanno fermi, Belluno crescerà un pochino. In controtendenza.

Delle 107 province monitorate da Prometeia, 67 (pari al 62% del totale) l’anno prossimo registreranno una crescita negativa. Belluno invece, dopo aver visto crescere il Pil del 2,9% nel 2022 rispetto al 2021, continuerà con un tasso di crescita dello 0,3%. Meglio di altre province venete (Padova si ferma allo zero, Vicenza perde lo 0,1%, Treviso addirittura -0,4% e Rovigo -0,9%). Ma meglio anche di Bolzano (+0,1%) e di Trento (-0,1%).

Non c’è trucco non c’è inganno. C’è solo (si fa per dire) una situazione di partenza peggiore. Sì, perché Belluno ha pagato a duro prezzo il Covid, soprattutto sul fronte dell’export. Difatti nel 2022 era ancora sotto rispetto ai livelli pre-pandemici del 2,2%. Solo Campobasso e Vibo Valentia fanno peggio (-2,4%).