«Il Parco deve recuperare la distanza con il territorio»

«Il Parco deve recuperare la distanza con il territorio»

La bufera sul Parco nazionale Dolomiti bellunesi impazza ancora. E qualcuno prova ad aprire l’ombrello e salvare l’ente. Certo, le ultime uscite non hanno giovato. Ma serve un cambio di marcia. Ne è convinto il deputato Pd Roger De Menech.

«Le dimissioni del sindaco di Zoldo dal consiglio del Parco non sono un segnale positivo. In primis per l’ente che dovrebbe curare e coltivare le relazioni proprio attraverso i sindaci e gli amministratori di quei Comuni  sul cui territorio insiste» premette il parlamentare Dem. «La vicenda della Pedavena-Croce d’Aune, al di là di alcuni aspetti grotteschi per cui si preclude la possibilità di svolgere un evento sportivo su una strada aperta al traffico veicolare, ripropone uno scontro tra ambientalismo e il resto della società. Questo atteggiamento è un errore, in primo luogo culturale».

De Menech sostiene il valore del Parco. Quello che c’è da cambiare – a suo dire – è l’atteggiamento, che non può essere di scontro tra consentire tutto e non fare niente. «Il Parco è una risorsa per tutti. Per la tutela che offre, per i progetti di ricerca che è in grado di sviluppare in connessione con gli atenei italiani ed europei, per le economie che inevitabilmente muove. Le esigenze di tutela del ministero, quindi dello stato e dei Comuni, in realtà coincidono. Proprio per questo è pericoloso oggi spezzare quest’unione e polarizzare l’opinione pubblica. Tuttavia, ricordo che ci sono voluti oltre vent’anni per arrivare alla sua istituzione e gran parte di quei due decenni fu spesa per vincere le resistenze delle popolazioni e delle amministrazioni locali. L’idea che pochi illuminati sono portatori di valore e di verità è purtroppo un problema ricorrente. Non abbiamo alcun bisogno di riproporre contrapposizioni del secolo scorso. Abbiamo necessità di dialogo, non di intransigenza, di capacità di relazionarsi con l’esterno, non di chiusura. Il Parco delle Dolomiti è un asse fondamentale dello sviluppo per il Bellunese e per il Veneto e non può essere bruciato sull’altare dell’intransigenza, lo sforzo deve essere quello di trovare le soluzioni, anche innovando».

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