Un numero: 140. Tanti sono i capi ovini e caprini predati dal lupo in Alpago, solo da gennaio a ottobre. E la preoccupazione si tagliava con il coltello, ieri mattina a Chies.
La festa del ringraziamento agricolo curata da Coldiretti ha ringraziato, sì. Ma ha anche portato in piazza, assieme a trattori e prodotti della terra, tutte le ansie e le frustrazioni degli allevatori, accompagnate dall’allarme del sindaco, Gianluca Dal Borgo. Con un grido forte e chiaro: «Si faccia qualcosa per trovare un equilibrio. Oggi molti agricoltori sono pronti a gettare la spugna».
Un allarme condiviso dal parroco, don Gino. Che ha lanciato un monito poderoso. Prima della benedizione dei trattori, il sacerdote non ha usato giri di parole: «Mia nonna diceva sempre che per mangiare servono farina, acqua, fuoco, un calderone su cui cuocere la polenta, e un mestolo. Oggi abbiamo tutte queste cose: i nostri agricoltori producono dell’ottima farina. Ma manca il mestolo. E la politica dovrebbe saperlo».
Mestolo o no, quello che manca sono le rassicurazioni e le garanzie di poter continuare a fare agricoltura in montagna, e zootecnia. Le 140 pecore predate dal lupo sono la prova. «Vivere in montagna è già difficile, lo vediamo tutti i giorni e dobbiamo fare i conti con uno spopolamento galoppante – ha detto il sindaco di Chies -. In Alpago proviamo a resistere, e ci siamo caratterizzati grazie al pascolo tradizionale della razza alpagota, diventato presidio slow food grazie alla tenacia pastori. Oggi però il lupo sta mettendo a rischio paesaggio e biodiversità. Il lavoro dei pascoli rischia di scomparire perché gli allevatori non riescono più a mandare fuori i loro capi. L’amministrazione di Chies e i Comuni dell’Alpago sono fortemente preoccupati per il futuro delle nostre popolazioni. Perché allevatori e agricoltori finora sono stati un presidio del territorio. Noi stiamo facendo il possibile per dare loro qualche supporto, ma il problema del lupo è vivo. Ci auguriamo che si trovi in fretta una soluzione alle predazioni che stanno flagellando le aziende».
Se lo augurano anche i pastori.