Il lockdown ha aumentato le violenze domestiche. Belluno Donna tira le somme

Il lockdown ha aumentato le violenze domestiche. Belluno Donna tira le somme

Non c’è solo il risvolto economico del lockdown. Ci sono anche le crisi tra le mura domestiche, storie fatte di violenza, dolore, pianto. Lo dicono i numeri del report di Belluno Donna, consegnati alla Provincia qualche settimana fa.

«Nel 2020, anche a causa del lockdown, abbiamo registrato un calo delle richieste di aiuto da parte di donne “nuove” e un incremento delle richieste di supporto da parte delle donne già in carico» spiega Anna Cubattoli, presidente dell’associazione che da oltre un decennio si occupa di prendere in carico donne vittime di violenza.

Dal 1° dicembre 2004 al 31 dicembre 2020 il Centro antiviolenza è stato contattato da 1.229 donne (per ben 1.188 casi di violenza subita). Confrontando il numero di donne che hanno chiesto aiuto nel 2005 (data di apertura del Centro) con il numero di donne che hanno chiesto aiuto nel 2020 si osserva un incremento del 238%. Gli interventi a sostegno delle donne che si sono rivolte al Centro sono aumentati di quasi 6 volte (+578%).

Numeri spaventosi, che hanno messo subito in moto la Provincia. Palazzo Piloni infatti ha deciso di stanziare un contributo straordinario di 10mila euro. E scriverà un ordine del giorno da proporre a tutti i Comuni bellunesi per coinvolgerli nella sensibilizzazione anti-violenza.

A farsi carico della proposta, i consiglieri Dario Scopel e Paolo Vendramini: «Abbiamo pensato di dare un contributo di 10mila euro a Belluno Donna. Una piccola cifra, forse, ma dal significato profondo – affermano i consiglieri -. Provvederemo ufficialmente già nel prossimo consiglio provinciale. E proporremo anche un ordine del giorno sul tema delle violenze contro le donne, con l’obiettivo di sensibilizzare le comunità locali. Intervenire economicamente per garantire un sostegno a un’associazione che da anni si occupa di donne vittime di violenza è un dovere. Ma è necessario anche lavorare per la prevenzione. Auspico ci sia la sensibilità da parte di tutti i Comuni per arrivare a dare un sostegno strutturato e continuo – magari in proporzione al numero di residenti – a un’associazione che spesso nel silenzio lavora per tutto il nostro territorio».

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