Prezzi in calo e costi in aumento. Dopo un 2020 in cui il mercato è stato segnato fortemente dalla pandemia, il settore lattiero caseario torna in affanno a causa dei prezzi di produzione lievitati notevolmente e alle quotazioni del latte, nuovamente giù a causa dell’emergenza sanitaria. A ciò va aggiunta la crescente disaffezione dei consumatori verso il latte vaccino, con un calo degli acquisti del 5% annuo.
«L’allevamento della vacca da latte nel Bellunese sta vivendo un momento di apprensione a causa dei costi per l’alimentazione lievitati a livelli mai visti, causate da speculazioni internazionali – sottolinea Diego Donazzolo, presidente di Confagricoltura Belluno -. In particolare sono in forte rialzo i prezzi delle materie prime impiegate nell’alimentazione del bestiame, come soia e mais, e dei fertilizzanti. Di contro, le quotazioni del latte hanno un visto un periodo di ribasso, anche se adesso sembrerebbero risalire. A darci preoccupazione è l’eccesso di produzione di latte extra dop, che porta a un calo del prezzo sia del latte che dei formaggi. Le dop che soffrono di più sono l’Asiago e il Montasio, venduti sottocosto anche in virtù della concorrenza di prodotti lattiero caseari che nei supermercati e nei discount vengono smerciati con offerte molto vantaggiose per il consumatore. La tendenza è a comprare meno prodotti italiani e di qualità, anche se spesso si sostiene il contrario, a causa del ridotto potere d’acquisto delle famiglie conseguente all’emergenza Covid. In questa situazione anche il mondo della cooperazione fatica a trovare sinergie e strategie comuni per fare in modo che i prezzi tornino a salire».
I DATI
La pandemia ha segnato in modo evidente il settore lattiero caseario. Dopo un buon 2019, con prezzi arrivati a oltre 40 centesimi al litro, con l’emergenza Covid il valore del latte è sceso a 35-36 centesimi nel maggio 2020 per poi crollare a 32-33 centesimi di giugno. Il prezzo annuo del 2020 è stato di 36,5 centesimi al litro, pari a -6% rispetto al 2019. Tra febbraio e giugno c’è stata una contrazione di circa il 10% per alcuni allevamenti collegati a caseifici specializzati nel fresco. Il numero di allevamenti in Veneto è sceso a 3.013 unità, con un -3,7% rispetto al 2019. In calo del 1,5% anche la produzione di Grana Padano nei caseifici veneti.