«Non dimentichiamo le vittime e la catastrofe di 59 anni fa con il crollo della diga del Vajont, una tragedia in cui persero la vita oltre 2000 persone. Una ferita per il Fvg e per l’Italia intera».
Parole e musica di Debora Serracchiani. Musica? Se lo fosse sarebbe decisamente stonata. Perché il tweet della vice presidente del Partito democratico ed ex presidente della Regione Friuli Venezia Giulia contiene una serie di strafalcioni difficili da accettare, a distanza di 59 anni dal disastro del 9 ottobre 1963.
Il più grave, e non servirebbe nemmeno sottolinearlo, è legato al fatto che la diga non è mai crollata. Ancora oggi è lì, monumento perenne di una tragedia immane in cui persero la vita quasi 2mila persone. E non di più, come “twittato” da Serracchiani. La quale si è poi scusata con un altro “cinguettio”, dopo l’inevitabile bufera di critiche: «Sono stata in quei luoghi e la verità impone di ricordare che la diga non crollò. Gravi furono le responsabili umane. Giusto ricordare le tante vittime venete».