Il cambiamento climatico protagonista di “Frammenti”, la rivista scientifica della Provincia 

Il cambiamento climatico protagonista di “Frammenti”, la rivista scientifica della Provincia 

È stato presentato nei giorni scorsi il nuovo numero di “Frammenti”, la rivista edita dalla Provincia di Belluno, nata nel 2009 da un’intuizione di Cesare Lasen, che ancora oggi è il coordinatore scientifico. Per il 12° anno, “Frammenti” si mostra molto vario quanto ad argomenti trattati (fauna vertebrata e invertebrata, vegetazione, ecologia, geologia e archeologia) e presenta contributi di taglio scientifico particolarmente avanzato, nonché un apparato iconografico notevole.

I CONTENUTI

Grande spazio è dato agli effetti diretti e indiretti dei cambiamenti climatici e di uso del suolo. Il contributo che apre il numero, firmato da Lorenzo Bonometto, Riccardo Poloni e l’eminente biologo Alessandro Minelli, tratta appunto delle conseguenze già tangibili sugli invertebrati delle montagne bellunesi, con svariati esempi riguardanti, in particolare, le variazioni di distribuzione e le estinzioni locali di alcune specie di libellule e coleotteri. 

Juri Nascimbene e i suoi collaboratori illustrano, invece, i mutamenti che stanno interessando la composizione floristica delle praterie d’alta quota e delle vallette nivali del Parco nazionale delle Dolomiti bellunesi, verificati grazie al ricampionamento di alcune aree che erano state esaminate tra il 1998 e il 2003. Si lega a questo filo conduttore anche l’articolo di Davide Nardi, Valerio Finozzi e Andrea Battisti, riguardante gli aspetti ecologici dell’epidemia di bostrico tipografo innescata dagli estesi schianti boschivi arrecati dalla tempesta Vaia, che fa riflettere sugli effetti a catena che gli eventi meteorologici estremi, oggi sempre più frequenti, possono avviare negli ecosistemi e su come le dinamiche e gli equilibri che li caratterizzano saranno alterati dal progredire dei cambiamenti climatici. 

Il contributo di Alberto Scariot, Gabriele De Nadai ed Ernesto Riva pone invece l’attenzione sugli effetti che può avere il cambiamento dell’uso del suolo sui prati montani: vengono riportati i primi risultati del “Progetto pilota per la tutela della biodiversità dei prati a narciso” sulla dorsale del Monte Garda, dai quali, fra l’altro, appare evidente come la promozione di pratiche di gestione maggiormente vicine a quelle tradizionali sia in grado di apportare delle notevoli migliorie su questi ecosistemi.

All’interno della rivista vengono inoltre esposti gli esiti di uno studio − curato in particolare dai ricercatori del Muse di Trento − sull’araneofauna del Parco nazionale delle Dolomiti bellunesi, che ha permesso di ampliare notevolmente le conoscenze riguardanti questa componente: sono state individuate quattro nuove specie per il Veneto e ben 23 per la provincia di Belluno. 

Porta a colmare delle importanti lacune conoscitive anche il contributo di Marco Lozza, Giovanni Morao e Dino Scaravelli sulla distribuzione della lepre bianca in provincia, specie elusiva e della quale a oggi ci sono ancora relativamente pochi dati.

Porta a scoprire qualcosa in più sul territorio, poi, un articolo a tema geologico di Costantino Zuccari, Gianluca Vignaroli e Giulio Viola (Dipartimento di Scienze biologiche, geologiche e ambientali dell’Università di Bologna), dove viene descritta la zona di sovrascorrimento di San Donato – Costa, ubicata sopra l’abitato di Lamon e di recente individuazione. Lo studio di dettaglio dei fenomeni deformativi delle rocce in aree a rischio sismico, come il territorio della provincia di Belluno, è essenziale per una pianificazione territoriale sempre più razionale ed efficace.

Gli ultimi contributi del numero riguardano degli studi che approfondiscono come le aree montane bellunesi erano abitate in tempi antichi. Il primo, scritto da Chiara D’Incà e Luca Rinaldi, riporta i primi esiti degli scavi archeologici che hanno interessato un’area al di sopra dell’abitato di San Gottardo, in Comune di Sospirolo, grazie ai quali è stata rilevata la presenza di strutture murarie di varie epoche, tra cui alcune riconducibili all’età tardo romana. Nella nota di Davide Visentin viene invece presentato il Progetto LiMPH, che mira a ricostruire in che modo gli ambienti alpini sono stati sfruttati dai gruppi umani che per primi li hanno colonizzati dopo l’Ultimo Glaciale, circa 8.500-14.000 anni fa; vengono inoltre esposti i primi risultati già prodotti da alcuni degli scavi archeologici connessi al progetto.

A completare il numero, infine, le consuete rubriche sulle ricerche in corso e sulle ultime pubblicazioni di interesse naturalistico che hanno riguardato il territorio bellunese.

IL COMMENTO

«Frammenti rappresenta uno strumento scientifico e conoscitivo importantissimo per il nostro territorio ed è il motivo per cui la Provincia si è posta come soggetto editore» spiega il consigliere provinciale Franco De Bon, componente del comitato di redazione della rivista. «Conoscere, possedere elementi di conoscenza, rende consapevoli della ricchezza di cui le Dolomiti bellunesi sono scrigno. E la consapevolezza è la base su cui costruire la tutela delle eccellenze e il buon amministrare». 

“Frammenti” è acquistabile nella sede della Provincia e al Museo etnografico di Seravella.

foto (Michele Da Pozzo): prateria d’alta quota

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