Il precedente di Erika Stefani – leghista, veneta e dichiaratamente autonomista – non è incoraggiante: durante il suo periodo da ministra degli affari regionali non era cambiato molto, neanche con la Lega al governo a Roma e a Venezia. Eppure il Bard ci crede: «Per l’autonomia è il momento decisivo».
A far crescere l’entusiasmo degli autonomisti bellunesi sono i due conterranei ministri. «Non accadrà mai più una situazione di rappresentanza simile» dice Andrea Bona, presidente Bard. Che rivolge un appello chiaro: «Lavorate tutti insieme per l’autonomia del nostro territorio».
Il Bard allarga lo sguardo in una visione d’insieme Venezia-Roma. «Contiamo su tre rappresentanti in Regione Veneto, due consiglieri e un assessore; tre deputati, tutti nell’attuale maggioranza, e due senatori, uno in maggioranza e uno all’opposizione; infine, due ministri, mai accaduto per la nostra terra – sottolinea Bona –. A loro chiediamo: in questo momento in cui si è giunti a una inaspettata unità politica, pur con tutti i distinguo, unitevi anche nella battaglia per dare l’autonomia alla provincia di Belluno. Un asse simile, come questo straordinario scenario politico, non ricapiterà mai: è l’occasione per lavorare per il futuro del nostro territorio e della nostra gente, e non solo per le prossime elezioni. La situazione in cui versa la nostra provincia è drammatica sotto il profilo demografico ed economico, uno scandalo per tutto il paese e l’Europa che vede così maltrattata una delle sue aree potenzialmente più ricche e con una minoranza linguistica a rischio sopravvivenza. Sono assolutamente urgenti l’autonomia costituzionale e risorse adeguate alla gravità di questo eccezionale momento storico».