Dove si trovano i più importanti erbari del mondo? La risposta si trova nell’Index herbariorum: un sito web gestito dal New York Botanical Garden che consente a studiosi e appassionati un rapido accesso ai dati relativi a 3.864 erbari diffusi nel mondo, dove si conservano complessivamente 400 milioni di campioni botanici essiccati. Vi sono elencate le istituzioni (università, orti botanici, musei) che custodiscono gli erbari e indicazioni sulla consistenza delle collezioni, i loro autori e i contatti dei rispettivi referenti.
Di questa grande rete fa ora parte anche il Museo Naturalistico Dolomiti Bellunesi, gestito dall’ente Parco, che si trova nell’ex caserma dei vigili del Fuoco a Belluno in Piazza Piloni. Custodisce circa 26.500 reperti, frutto di raccolte condotte da illustri botanici bellunesi.
L’erbario più consistente (circa 20.000 fogli) è quello di Cesare Lasen, geobotanico e primo presidente del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, ma ci sono anche due importanti collezioni storiche: l’erbario di Alessandro Francesco Sandi, che risale alla prima metà dell’Ottocento e la raccolta di Francesco Caldart, realizzata a metà del ‘900.
Di queste collezioni l’ente Parco ha già pubblicato i relativi cataloghi, che sono disponibili nella sede di Feltre e al Museo.
Gli erbari sono vere e proprie capsule del tempo, preziosissimi e insostituibili archivi di campioni essiccati che ci permettono di mappare i cambiamenti della biodiversità vegetale negli anni e attraverso i secoli. Sono lo strumento principe della botanica, non solo per la sistematica, ma anche per la conoscenza floristica ed ecologica dei territori e degli ecosistemi e per la loro conservazione.
«Il Museo naturalistico – spiega il commissario del Parco Ennio Vigne – costituisce un tassello fondamentale nell’ambito delle attività scientifiche condotte dal Parco e rappresenta anche un esempio concreto di positiva collaborazione tra istituzioni. Parte delle collezioni conservate al Museo sono infatti di proprietà del Comune di Belluno e della Fondazione Cariverona, che le hanno cedute in comodato al Parco al fine di garantirne la conservazione e valorizzazione».
«I materiali custoditi al Museo – dichiara la direttrice del Parco, Sonia Anelli – rappresentano un patrimonio inestimabile per studiare l’evoluzione della vegetazione nel corso dell’ultimo secolo e mezzo, per valutare gli effetti del cambiamento climatico sulle specie floristiche alpine ed una potenziale banca del germoplasma. Inoltre il Museo è un luogo perfetto per le attività di educazione ambientale con i bambini e i ragazzi su questi temi».
Il Museo del Parco è aperto ogni lunedì, dalle ore 15 alle 17, l’ingresso è gratuito.
Per le scolaresche è possibile prenotare visite guidate su richiesta, in giornate ed orari da concordare.
Per informazioni e prenotazioni: Ente Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi – Tel. 0439/3328 – info@dolomitipark.it