Giungla della logistica: anche la Filt Cgil di Belluno alla manifestazione nazionale

Giungla della logistica: anche la Filt Cgil di Belluno alla manifestazione nazionale

Rispetto del contratto nazionale e garanzie in materia di appalto e di cessione di ramo d’azienda. Sono le richieste dalla Filt Cgil, che considera la logistica e il trasporto merci un nodo strategico anche in provincia di Belluno. È per questo che una delegazione sarà oggi (10 luglio) a Lodi per l’assemblea nazionale del settore.

«In queste ultime settimane si parla molto della logistica come di una jungla senza regole, senza norme, una zona d’ombra inesplorata in cui vige la legge del più forte. C’è da stupirsi? Probabilmente era proprio quello a cui pensava Jeff Bezos, chiamando Amazzonia la propria azienda. Un territorio ignoto, in cui è facile fare utile, profitto, in cui si può ridurre facilmente il costo esternalizzando, cedendo in maniera più o meno legittima rami d’azienda, appaltando servizi, ovviamente al ribasso, ovviamente risparmiando sul costo del lavoro. Una jungla in cui trattare direttamente con gli “indigeni”, con lavoratori da mettere davanti ad un “prendere o lasciare”, ceduti quasi si trattasse di merce, di bestiame, di schiavi» premette la segretaria Filt Cgil di Belluno, Alessandra Fontana. «Hanno fatto male i loro conti però questi ricchi conquistatori, affaristi senza scrupoli. Hanno dimenticato, o quanto meno sottovalutato il ruolo della Filt nel contrastare l’illegalità dominante. In Veneto abbiamo costruito in questi anni un sistema rigido di contenimento, fatto da una rete consolidata di relazioni, di condivisione, di scontri e di accordi per chiudere il più possibile le maglie dell’illegalità. Abbiamo iniziato una quindicina di anni fa, erano i tempi della cricca della logistica padovana, dell’interporto, dei caporali. Nel silenzio assordante della politica veneta abbiamo denunciato quanto stava accadendo: il caporalato, proprio come la mafia, non erano sistemi limitati in realtà considerate lontane, ma occupavano i nostri capannoni, quel ricco e produttivo nord est di gente “che laora”. Abbiamo alzato lo scontro, lo abbiamo fatto da soli, contro i “paroni”, contro i sindacati gialli aziendali. E lo scontro è proseguito negli anni successivi: i distretti della moda e del tessile (Disel, Gas nel vicentino, Geox nel Trevigiano), i distretti dell’alimentazione (Aia), gli interporti, la grande distribuzione (auchan, aspiag). Abbiamo utilizzato tutti gli strumenti che avevamo a disposizione e il conflitto ha rappresentato spesso la nostra forza. Picchietti, scioperi, presidi davanti ai magazzini, trattative sospese e riprese con più forza. La nostra presenza si è consolidata e quei lavoratori che spesso erano lontani dal nostro mondo, che non si sentivano rappresentati, hanno cominciato a riconoscere la nostra bandiera, il logo della Filt. Oggi la nostra rappresentanza è composta per oltre la metà degli iscritti dal settore del merci e la logistica rappresenta una parte centrale del nostro cuore, del nostro agire». 

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