Gara impianti, Nevegal 2021: «Con quei requisiti non possiamo partecipare»

Gara impianti, Nevegal 2021: «Con quei requisiti non possiamo partecipare»

Per il Nevegal, la nuova data cruciale è quella del 15 aprile, scadenza della “reiterazione” del bando per la gestione degli impianti di risalita andato deserto; da Palazzo Rosso la speranza è che questo mese abbondante serva ai possibili interessati ad approfondire la questione, ma quel che pare quasi certo è che Nevegal 2021 – attuale gestore e proprietario degli impianti – non sarà della partita.

Più che di volontà, per Roberto Pierobon, direttore generale di Nevegal 2021, si tratta di una questione di “numeri”: la società (sia presa singolarmente che ampliando l’analisi al ramo d’azienda di Alpe del Nevegal rilevato circa due anni e mezzo fa) non raggiunge i requisiti minimi richiesti dal bando in termini di fatturato medio.

La vedono diversamente da Palazzo Rosso: l’assessore al Progetto Nevegal Franco Roccon sottolinea come si sia trattato di «un bando europeo che ha tutelato l’interesse pubblico, con tutti i crismi previsti dal Codice degli Appalti, ma tenendo al minimo tutti i parametri previsti dal Codice stesso». L’auspicio è quindi che questi 40 giorni di “proroga” servano alle realtà interessate ad avere tutti i chiarimenti necessari su un testo che Roccon definisce «complesso e speciale».

Non mancano poi i richiami agli investimenti fatti dal pubblico per il Nevegal: «Dai tempi della NIS, sul Colle sono stati investiti dal pubblico 7 milioni di euro. – spiega Roccon – Noi abbiamo un progetto da 860mila euro di riqualificazione del piazzale, più di 1,5 milioni di euro per il laghetto per innevamento e antincendio, i 145mila euro per l’acquisto degli impianti e i 115mila euro di canone annuo per il prossimo gestore degli impianti, oltre ai 500mila euro messi da Provincia di Belluno e Regione Veneto per le manutenzioni. È il momento di chiamare tutti alla responsabilità e di voltare pagina».

Il prossimo capitolo del Nevegal, oltre alla data del 15 aprile, vede un altro giorno segnato in rosso sul calendario: il 31 maggio, termine ultimo per la promessa irrevocabile di vendita degli impianti.

Se dovesse andare deserta anche questa seconda “chiamata” e dovesse quindi decadere la promessa di vendita, per Nevegal 2021 si aprirà una fase di riflessione sul futuro; una riflessione che dovrà coinvolgere non solo gli enti pubblici, ma – per Pierobon – «anche l’intera cittadinanza di Belluno, che è ora che decida se il Nevegal deve chiudere o proseguire».

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