Fusione Quero Vas-Alano. «Unica soluzione per garantire servizi e futuro»

Fusione Quero Vas-Alano. «Unica soluzione per garantire servizi e futuro»

Al via i confronti con i cittadini per presentare lo studio di fattibilità della fusione tra i Comuni di Quero Vas e Alano di Piave, «l’unica soluzione per garantire servizi e futuro ai cittadini e al territorio» secondo i sindaci dei due paesi.

Tutto esaurito al Centro Culturale di Quero per la prima serata di presentazione (ne seguiranno altre cinque tra Quero, Vas, Fener, Campo e Alano, dove il tour si concluderà il 15 febbraio): tanti i dati presentati, a partire dai benefici economici che il nuovo ente avrebbe da questa fusione. Si parla infatti di oltre 10 milioni di euro aggiuntivi nei prossimi 10 anni, ottenuti grazie a maggiori trasferimenti statali e contributi regionali, oltre che a risparmi e razionalizzazioni di spesa possibili grazie alla fusione.

Nel dicembre 2023, Quero Vas celebrerà i dieci anni dalla sua nascita, e quindi è toccato al primo cittadino Bruno Zanolla spiegare i vantaggi – testati sul campo in questo decennio – della fusione degli enti.

Le ricadute della fusione per Alano di Piave sarebbero molto positive: «Da anni fatichiamo a far quadrare i bilanci; basti pensare che non riusciamo nemmeno a dare contributi alle associazioni che operano sul nostro territorio», sottolinea la sindaca di Alano Serenella Bogana.

Presentati anche gli scenari possibili in caso di mancata fusione, ipotesi che i primi cittadini non vogliono nemmeno prendere in considerazione: parla di «scenario di lacrime e sangue» e di «impossibilità di fare ulteriori economie per continuare a garantire i servizi» Bogana, mentre Zanolla evidenzia come il rischio sia quello di «tornare a una condizione di tassazione e servizi pre-fusione o anche peggio, perdendo così l’opportunità di fare scelte strategiche».

Lo studio di fattibilità ha visto protagonisti anche i consiglieri dei due comuni, tanto quelli di maggioranza quanto quelli di opposizione; proprio da questi ultimi – in particolare da Susy Candiago per Alano di Piave e Antonio Mondin per Quero Vas – è arrivato il pieno sostegno alla fusione, con l’auspicio per Mondin che non sia solo un’operazione economica, ma anche sociale (ricordando ad esempio il problema demografico, con appena 9 nati nel comune di Quero Vas nel 2022).

Tante le curiosità e le domande dal pubblico – «tante domande sono le stesse di dieci anni fa, ma allora c’erano molte più perplessità sull’operazione di fusione», ricorda Zanolla -, che hanno spaziato dal nome del nuovo comune (il più quotato è Setteville, ma qualcuno sostiene la candidatura di “Conca del Piave”) ai possibili interventi sociali e sui territori con le nuove risorse post-fusione.

Ci sono ancora un paio di settimane per chiudere gli incontri informativi sul territorio e capire di più dei pro e contro della fusione, poi bisognerà correre: a fine febbraio, verrà realizzato un sondaggio anonimo, cartaceo e online, per capire le opinioni dei cittadini (novità introdotta nel 2021 dalla legge sulle fusioni); il 28 marzo, i due consigli comunali si riuniranno simultaneamente e separatamente per approvare il processo di fusione. A quel punto, lo studio di fattibilità e le delibere comunali partiranno per Venezia, e sarà proprio la Regione a dover indire entro il 31 ottobre il voto per il referendum; nel caso di Quero Vas e Alano di Piave, vista l’alta incidenza di iscritti AIRE (oltre il 20%), il quorum per la validità della consultazione è fissato al 30%. In caso di vittoria del sì, il nuovo comune andrebbe ad elezioni nella primavera del 2024.

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