Prende forma il progetto di fusione tra le Unioni montane Belluno – Ponte e Valbelluna. Nei giorni scorsi il sindaco di Ponte nelle Alpi, Paolo Vendramini ha annunciato di aver fatto predisporre uno studio prodromico alla fusione, da presentare alla Regione Veneto. Alla base della decisione le difficoltà nelle quali si dibatte da anni l’Unione montana Belluno – Ponte, a corto di tecnici e dipendenti.
«Con la fusione nascerebbe un ente capace di offrire servizi a 75mila persone – commenta il consigliere di minoranza a Borgo Valbelluna, Dario Dal Magro – ovvero circa il 40% della popolazione dell’intera provincia». Dal Magro vede di buon occhio quello che di fatto sarebbe un ritorno al passato: «Fino alla legge regionale del 1992 che ne decise la scissione, esisteva la Comunità montana Valbelluna, che comprendeva i Comuni da Ponte Nelle Alpi a Sedico e Sospirolo in destra Piave e Lentiai in sinistra Piave, più Segusino e Valdobbiadene. Si trattava di un autentico gioiellino. Ora, dopo il primo tentativo del 2016 si torna a parlare di fusione, con finalità condivisibili: fornire servizi più adeguati, intercettare finanziamenti e bandi riservati ad un Ente importante dal punto di vista dimensionale. Io aggiungerei anche la realizzazione di iniziative culturali, quali mostre, che al momento nemmeno i Comuni più grandi come Belluno riescono a realizzare. Personalmente auspico che il progetto vada in porto, per avere un ente capace di visioni a lungo periodo e capacità realizzative».
