Freddo e pioggia grandi incognite: «Così gli agriturismi rischiano di non riaprire»

Freddo e pioggia grandi incognite: «Così gli agriturismi rischiano di non riaprire»

Gli agriturismi scalpitano. In vista del 1° maggio e della ripresa delle cerimonie (matrimoni, battesimi, cresime), sono molte le strutture che si stanno preparando in provincia di Belluno. Gli spazi all’aperto non sono certo un problema. Il meteo dolomitico però è un’incognita. E la domanda è legittima: quanti non riusciranno a lavorare?

«Stiamo tutti scalpitando per riaprire dopo un anno in cui abbiamo lavorato poco o niente – sottolinea Massimiliano Guiotto presidente di Agriturist Belluno, l’associazione degli agriturismi di Confagricoltura, e titolare dell’agriturismo Zugni Tauri de Mezzan a Grum di Villabruna (in foto) –. E per noi la possibilità di allestire posti all’aperto è scontata, dato che disponiamo di spazi ampi in mezzo alla natura. La domanda che molti si fanno è: si potranno usare? In maggio, a mezzogiorno, di solito si sta bene, ma ci sono tante incognite come la pioggia e il vento che non si possono programmare. Io per il 1° maggio riaprirò con polenta, salumi, formaggi e prodotti dell’orto. Ho anche i plaid di cui mi ero dotato l’anno scorso per mangiare sui prati. Pur nell’incertezza, la voglia di riaprire è tanta, perché nel 2020 abbiamo perso il 75% del fatturato e con l’asporto abbiamo recuperato assai poco. Poi speriamo che con l’estate si torni alla normalità».

L’incertezza regna tra gli agriturismi sia in quota sia ad altitudini più basse, come la Cascina Dolomiti di Cesiomaggiore. «Non sappiamo cosa fare – spiega Daniele Simoni, che conduce la struttura con la moglie Valentina Guerriero -. Per il 1° maggio abbiamo richieste per un pranzo di battesimo, ma se piove cosa facciamo? Non abbiamo coperture esterne e inoltre c’è ancora freddo all’aperto, perché siamo vicini alle montagne innevate. Non siamo a Messina, come facciamo a organizzare il lavoro in queste condizioni? Ci sembra una presa in giro: è un anno che siamo chiusi e ora ci fanno aprire in queste condizioni. E noi del Feltrino siamo quelli messi meglio. Per chi sta in malga la situazione è ancora più critica».

Lo conferma Silvia Zatta, titolare dell’agriturismo Casera dei Boschi a Pedavena e Malga Vette Grandi a Sovramonte nel Parco delle Dolomiti: «A 1.250 metri riaprire è un punto interrogativo. Basta una nuvola e fa freddo. E se piove la gente non viene proprio. Per noi è un disastro, perché abbiamo perso Pasqua dell’anno scorso e quella di quest’anno, oltre a tutta la stagione sciistica, vacanze di Natale comprese. Il Comune pretende sei mensilità anticipate di affitto e noi abbiamo non abbiamo entrate ma solo spese».

© Copyright – I testi pubblicati dalla redazione su newsinquota.it, ove non indicato diversamente, sono di proprietà della redazione del giornale e non è consentita in alcun modo la ripubblicazione e ridistribuzione se non autorizzata dal Direttore Responsabile.

TAG
CONDIVIDI
Articoli correlati
© 2023 NIQ Multimedia s.r.l.s. – C.F. e P.IVA: 01233140258
Testata giornalistica registrata al Tribunale di Belluno n. 4/2019
Web Agency: A3 Soluzioni Informatiche
Made by: Larin
News In Quota
Torna in alto