Export, prime stime sui danni alle imprese bellunesi: 30 milioni in 15 giorni

Export, prime stime sui danni alle imprese bellunesi: 30 milioni in 15 giorni

 

L’emergenza Coronavirus in relazione al commercio estero? Lo scenario, quasi superfluo evidenziarlo, è poco rassicurante. A questo proposito, la Camera di Commercio Treviso-Belluno ha tracciato il punto della situazione. E gettato lo sguardo verso un futuro contraddistinto da punti interrogativi.

Il danno che è possibile ipotizzare da uno stop di 15 giorni alle attività (parametrato sui volumi export rilevati nel primo trimestre 2019) è pari a 30 milioni di euro per la provincia di Belluno. E a 1,5 miliardi per il Veneto. 

 

Dopo l’ultimo decreto, e applicando alla lettera la griglia dei codici Ateco, emerge che nel Bellunese sarebbero ferme 11.375 imprese, oltre a 37.254 addetti: in altri termini, il 51,1 per cento al palo. 

Sull’interscambio, incidono diversi fattori: dalle criticità per i bocchi delle merci alle frontiere, passando per le misure di distanziamento sociale (lockdown) nei vari Paesi, fino alla sospensione delle attività produttive. In Veneto, un’impresa manifatturiera su 5 ha lamentato problemi negli approvvigionamenti dalla Cina già alla fine di febbraio, mentre l’export cinese verso l’Italia registra un eloquente -27,7 per cento, nei primi due mesi dell’anno, rispetto allo stesso periodo del 2019. 

Ancora una volta, la provincia di Belluno si aggrappa all’occhialeria: «Prima della pandemia – ha spiegato il presidente Mario Pozza – il settore evidenziava un ottimo +3,8 per cento. Ma erano i dati in generale a darci fiducia». Ora, in seguito alla catena dei contagi, il quadro delle attività sotto l’ala della Camera di Commercio è cambiato in maniera radicale: «La situazione è precipitata, molte aziende hanno chiuso e, in più, le comunicazioni dall’alto rispetto alle restrizioni non sono chiare. In ogni caso, ci siamo attivati per mettere nelle condizioni di lavorare chi può farlo. E abbiamo creato un tavolo con Prefettura e Provincia». 

Belluno, nella fase precedente al Coronavirus, esportava 4 miliardi di euro: «Dopo un anno caratterizzato dalle guerre commerciali, era in atto un recupero della domanda globale, che le nostre imprese avevano già agganciato verso la fine del 2019. Poi è iniziata un’altra storia». 

Dal presidente Pozza arriva poi un messaggio rassicurante: «Sosterremo la continuità d’impresa il più possibile. Adesso non c’è bisogno solo di risorse, ma anche di supporto psicologico: nessuno verrà lasciato solo». 

Nel frattempo, se un’azienda non ricorda o non è in possesso del codice Ateco, lo può trovare nel sito www.registroimprese.it. 

© Copyright – I testi pubblicati dalla redazione su newsinquota.it, ove non indicato diversamente, sono di proprietà della redazione del giornale e non è consentita in alcun modo la ripubblicazione e ridistribuzione se non autorizzata dal Direttore Responsabile.

TAG
CONDIVIDI
Articoli correlati
© 2023 NIQ Multimedia s.r.l.s. – C.F. e P.IVA: 01233140258
Testata giornalistica registrata al Tribunale di Belluno n. 4/2019
Web Agency: A3 Soluzioni Informatiche
Made by: Larin
News In Quota
Torna in alto