Ex Agip, iniziata (e sospesa) la demolizione

Ex Agip, iniziata (e sospesa) la demolizione

La ruspa è arrivata di buon mattino e, una volta transennata l’area, ha dato i primi colpi di benna. E’ iniziata ieri la demolizione della palazzina dell’ex stazione di servizio Agip, a Baldenich. Al suo posto sorgerà un supermercato, di 1.500 metri quadrati: l’intera area è stata acquistata dalla famiglia Buzzatti, proprietaria del marchio della grande distribuzione Kanguro.

Sparisce quindi quello che a suo modo è diventato recentemente un simbolo della città. Sicuramente, per lo meno, un argomento di discussione.

La notizia che lì sarebbe sorto un nuovo supermercato (in un’area già congestionata dal traffico nelle ore di punta e dove si concentrano i principali poli commerciali della città) ha infatti tenuto banco per tutta la campagna elettorale. Rendendo pubblica la scissione in seno all’allora maggioranza. Nel consiglio comunale dello scorso 26 aprile, infatti, “Insieme per Belluno”, il gruppo del vicesindaco Lucia Olivotto votò (assieme al Pd) contro la delibera che dichiarava l’intera zona dell’ex Agip “area degradata”, aprendo di fatto la strada alla costruzione del supermercato (che in realtà si sarebbe potuto costruire lo stesso, ma su una superficie inferiore). Le foto della demolizione, ieri, hanno fatto rapidamente il giro dei social network, rinfocolando la polemica. Non si poteva davvero agire diversamente? Non c’erano soluzioni alternative?

Domande che si è posto anche il gruppo “Comitato per la sicurezza e la qualità della vita – Belluno”, che il 19 giugno ha avviato una petizione popolare per salvaguardare il manufatto, puntando sul suo valore storico e architettonico. La stazione di servizio fu costruita infatti nel 1955 su progetto dell’architetto Mario Bacciocchi, che in quegli anni collaborò con Enrico Mattei realizzando per Agip numerose stazioni di servizio, la più nota delle quali è quella di Piazzale Accursio a Milano.

I lavori, per ora, sono stati sospesi dai vigili urbani. Ci sono da valutare le tempistiche. La Scia (Segnalazione certificata di inizio attività) è stata presentata in Comune il 5 luglio, due giorni fa, con il contestuale inizio del cantiere. I tempi burocratici sono stati rispettati??  «Lo valuteremo insieme agli uffici – commenta laconicamente l’assessore ai lavori pubblici, Franco Roccon – è chiaro che se qualcuno ha sbagliato pagherà l’ammenda prevista». Intanto però la pensilina è andata giù, e con lei il tetto della struttura. Fine dei giochi, l’ex distributore Agip ha il destino segnato.

«Non so, forse qualcosa si poteva fare – ragiona Lucia Olivotto – io almeno avrei provato a coinvolgere la Sovrintendenza, per guadagnare tempo. Di sicuro è stata un’occasione persa per aprire un dibattito sulla destinazione di interi spazi cittadini. Si è privilegiato l’interesse privato a quello pubblico. Anche il modo e le tempistiche con le quali l’argomento fu portato all’attenzione del consiglio comunale, sul finire della legislatura, quasi alla chetichella, furono molto spiacevoli».

Rincara la dose l’ex capogruppo del Pd, Paolo Bello, un altro dei “dissidenti”: «L’allargamento venne permesso con la scusa che “l’avrebbero fatto ugualmente”. Ma un supermercato con 350 mq in meno perde quasi 2 milioni l’anno. In cambio di una mezza corsia ciclabile si affossa definitivamente la viabilità di scorrimento e di penetrazione di una zona nevralgica della città, permettendo ai poteri economici locali la demolizione di un edificio con caratteristiche architettoniche peculiari e simbolo di un periodo storico italiano».

Prosegue Bello: «Ma siccome l’affare non era ancora sicuro (vedasi la petizione popolare) la proprietà ha deciso, con una Scia presentata il 5 Luglio, di abbattere l’edificio; e inizia i lavori il 6 luglio. Nel cartello obbligatorio si legge: “Manutenzione straordinaria edificio esistente per rifacimento pensilina di copertura”. Sembra una presa in giro: vogliono costruire un supermercato o ristrutturare l’esistente? In Comune è depositato il progetto del supermercato ma la demolizione viene spiegata come ristrutturazione. Qualcuno può crederci? Sembra un blitz per mettere tutti di fronte al fatto compiuto. Ha fallito la politica, incapace di governare i processi e incapace di immaginare una città diversa e più a misura degli uomini e delle donne che la vivono».

(Foto dal profilo Facebook di Paolo Bello)

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