Emergenza profughi, la politica chiede risposte per i sindaci

Emergenza profughi, la politica chiede risposte per i sindaci

«Il governo venga in aula a riferire con urgenza sul sistema di gestione dell’accoglienza dei profughi». Lo ha chiesto Dario Bond, intervenendo alla Camera.

Il deputato bellunese si fa portavoce dei sindaci, anche di quelli bellunesi. «In queste ore stanno arrivando migliaia di cittadini ucraini, specialmente nelle zone del Nordest. Intere famiglie che si riversano nel nostro Paese, scappando dalla guerra, e che il volontariato sta accogliendo con grande impegno. Ma i sindaci delle aree di approdo di questi profughi sono messi in difficoltà, perché non hanno risposte sul sistema di accoglienza» sottolinea il deputato di Forza Italia. «Non è possibile che i sindaci e gli amministratori siano coloro che pagano in prima persona ogni volta che c’è un’emergenza. Chiedo che il governo venga in aula a riferire quale sistema di accoglienza è stato previsto e ci dica cosa devono fare gli enti locali, quali sono le responsabilità e le competenze dei sindaci, che sono centrali nella gestione dell’emergenza umanitaria, ma vanno dotati di tutti gli strumenti del caso. Altrimenti la situazione rischia di esplodere».

Sullo stesso fronte si è mossa anche la Lega, con la risoluzione depositata in consiglio regionale del Veneto da Silvia Cestaro.

«In un momento così difficile come quello che ci vede affrontare l’emergenza profughi ucraini non possiamo lasciare soli i nostri Comuni – dichiara la consigliera regionale -. La risoluzione intende chiedere allo Stato di non abbandonare gli enti locali che si stanno sobbarcando le spese legate all’accoglienza, parliamo del vitto e dell’alloggio con tutte le difficoltà che ne conseguono. Non possono essere lasciati soli tanto più in questo periodo storico in cui le casse comunali sono ovunque in grande difficoltà e gli enti hanno bisogno di soldi in parte corrente per affrontare i costi dei servizi essenziali. Per questo chiediamo con forza che lo Stato intervenga direttamente a favore dei Comuni, senza passare per bandi e prassi burocratiche destinati a rallentare l’iter».  

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