Un ordine del giorno per esprimere solidarietà alle donne iraniane. Lo ha proposto a tutti i Comuni bellunesi il movimento Non una di meno. Il documento si intitola “Donna, vita, libertà” e si propone di sollevare l’attenzione su un tema internazionale. Anche partendo dalla periferica provincia dolomitica.
«In solidarietà al popolo iraniano in lotta – spiegano dal movimento – e vicine a chiunque nel mondo stia combattendo per tutto ciò che rende una vita degna di essere vissuta (sia in una barca nel Mediterraneo sia negli spinati confini a est della fortezza Europa), per sé e i propri cari, abbiamo chiesto ai Comuni del nostro territorio di impegnarsi formalmente per far pressione sul governo – come ha di recente fatto il Presidente della Repubblica- affinché eserciti quanto in proprio potere per fermare le uccisioni».
«Il 13 settembre 2022 – ricorda il movimento – la donna curda iraniana Mahsa Amini è stata arrestata a Teheran dalla polizia per la promozione della virtù e la prevenzione del vizio, che regolarmente sottopone donne e ragazze ad arresti e detenzioni arbitrarie, torture e altri maltrattamenti, per non aver rispettato l’obbligo di indossare il velo; secondo testimoni oculari, Mahsa è stata picchiata violentemente mentre veniva trasferita con la forza nel centro di detenzione di Vozara a Teheran. In poche ore, è stata trasferita all’ospedale di Kasra dopo essere entrata in coma. È morta tre giorni dopo. Le autorità iraniane hanno annunciato indagini negando contemporaneamente qualsiasi illecito».
Da allora, l’Iran è in fiamme, la protesta non si è fermata un giorno. E Non una di meno vuole esprimere solidarietà.