Dissesto idrogeologico: 650mila euro nelle casse dell’Unione montana Feltrina

Dissesto idrogeologico: 650mila euro nelle casse dell’Unione montana Feltrina

 

Lotta al dissesto idrogeologico e interventi di messa in sicurezza del territorio: ora l’Unione montana Feltrina può agire concretamente. Perché la Provincia di Belluno girerà all’ente di via Carlo Rizzarda la cifra di 647mila euro. Un tesoretto che poi l’Unione riverserà a sua volta nelle casse dei Comuni, secondo un riparto che tiene conto di criteri ben precisi, come la superficie totale e il numero di abitanti. 

Così Alano di Piave si vedrà accreditare poco meno di 64mila euro, Cesiomaggiore circa 92mila, Feltre 146mila euro, Pedavena 65mila. Poco di più finirà nelle casse di Quero-Vas, con 68.500 euro, poco meno a San Gregorio nelle Alpi (61mila); Santa Giustina, infine, riceverà circa 71 mila euro, mentre a Seren del Grappa arriverà la somma di 79mila euro. 

«La manutenzione e la messa in sicurezza del territorio, soprattutto per quanto attiene ai rischi di natura idrogeologica, sono priorità assolute anche dell’area feltrina – afferma l’assessore dell’Unione montana Dario Scopel – Come hanno testimoniato gli eventi atmosferici, talora drammatici, di questi ultimi anni». 

Dal 2008 al 2018, l’Unione ha girato ai suoi Comuni la somma di 2 milioni 823mila euro. E ora la Provincia ha deciso di «incrementare sensibilmente lo stanziamento, dimostrando attenzione e sensibilità per un tema così delicato – aggiunge Scopel -. Non posso che ringraziare l’ente provinciale per un sostegno che arriva ai Comuni come un’autentica boccata di ossigeno». 

Ci sono i margini, quindi, per dare il via a una serie di lavori: «Così facendo riusciremo a cantierare un numero maggiore di opere, affidando ai Comuni la risoluzione di criticità puntuali e magari più contenute di quelle in cui invece è impegnata la Provincia. Ma che, allo stesso modo, producono un duplice effetto positivo: da un lato si risolverebbero alcuni problemi legati alla viabilità e alla sicurezza, specialmente per chi vive nelle aree montane e più marginali del nostro territorio; dall’altro, verrebbero messe in circolo più velocemente risorse finanziarie che, altrimenti, rischiano di andare in avanzo. E senza contribuire ad alimentare l’attività delle nostre imprese locali, a cui sono affidati in grandissima parte questi interventi». 

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