De Bortoli: «Olimpiadi e sostenibilità, la promessa è stata tradita» 

De Bortoli: «Olimpiadi e sostenibilità, la promessa è stata tradita» 

«I Giochi olimpici invernali di Cortina saranno nel segno della sostenibilità? Se era una promessa, è stata tradita». Ad affermarlo è Andrea De Bortoli, coordinatore del terzo polo bellunese: «Non spetta a me entrare nel merito degli aspetti tecnici delle opere, che andranno a ridisegnare il nostro territorio e in particolare la conca ampezzana, ma quello che noto è l’assenza di un dialogo e confronto trasparente con le comunità locali sul percorso che ci separa dall’appuntamento olimpico. L’opportunità, per quanto positiva in sé, è stata caldeggiata dal governatore Zaia, che ben intuì il potenziale d’immagine ed economico per il Veneto, ma mai condivisa con gli ampezzani. Da lì in avanti – complice anche l’emergenza pandemica, che ha assorbito energie e attenzioni – la politica bellunese non è riuscita a far sentire nella giusta maniera la sua voce, accontentandosi di un ruolo da comprimario al cospetto delle istituzioni governative e della Regione». 

Da qui, la riflessione del centrista De Bortoli: «La nostra provincia almeno poteva cullare l’utopia di avere un ruolo di indirizzo, raccontando all’esterno quale fosse la sua visione di futuro e come le Olimpiadi potevano essere il moltiplicatore di opportunità per larga parte del territorio. Ora, invece, si trova nella condizione di sperare che le opere infrastrutturali possano essere concluse qualche anno dopo i Giochi. I ritardi che si sono colpevolmente accumulati nel tempo, figli soprattutto dei 4 governi succedutesi in breve tempo, hanno portato i protagonisti a premurarsi esclusivamente di arrivare a meta nel 2026, tralasciando in buona parte il “come” ci arriveremo. Assenza di condivisione e trasparenza stanno avvelenando il clima attorno a questa manifestazione, che invece doveva essere un’occasione di festa». 

E aggiunge: «So che a Milano vi sono professionisti che stanno lavorando alacremente per rendere i giorni di manifestazione nel 2026 il più sostenibili possibili, ma nei prossimi tre anni non possiamo fare finta che la sostenibilità non sia affar nostro. Perché uno dei pilastri dell’agire sostenibile è proprio il confronto con gli stakeholder. Qui invece imperversa la logica emergenziale che, in forza di un obiettivo da raggiungere a tutti i costi, procede in deroga a tutto, in alcuni casi anche al buonsenso. Un’abitudine tutta italiana già sperimentata con successo in altri importanti scenari e che pare ormai una strategia deliberata. Non a caso nella revisione del codice degli appalti – accelerazione voluta da Salvini, su cui molto ci sarebbe da dire – uno degli elementi che ne esce più ridimensionato è il cosiddetto dibattito pubblico: quel processo di informazione, partecipazione e confronto pubblico su opere di interesse nazionale che si svolge nella fase iniziale di progettazione, quando le alternative sono ancora aperte e la decisione, se e come realizzare l’opera, deve essere ancora presa».

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