Safilo, non si molla un centimetro. La notizia della possibile chiusura dello stabilimento produttivo di Longarone è una botta difficile da digerire, ma il territorio bellunese non si arrende. Non lo fanno i lavoratori, che hanno già scioperato e la prossima settimana incroceranno le braccia di nuovo.
E non lo fanno le istituzioni. Ieri a Longarone, su iniziativa del sindaco Roberto Padrin è stato istituito il Comitato di sorveglianza socio-istituzionale per la gestione della crisi. Un modus operandi già collaudato in questi anni, con le pesanti crisi di Acc e Ideal standard.
Del comitato faranno parte, oltre a Padrin (che avrà il compito di coordinamento) il senatore De Carlo, l’assessore regionale al Lavoro Elena Donazzan con l’unità di crisi regionale, i consiglieri regionali territoriali e i rappresentanti delle sigle sindacali Cgil, Cisl e Uil. L’obiettivo, spiega il presidente della Provincia, è la salvaguardia del sito produttivo, dove oggi sono impiegati poco meno di 500 lavoratori, residenti soprattutto nella zona Longarone-Cadore-Ponte, ma anche in Valcellina e in diverse parti della Valbelluna:
Il Comitato monitorerà costantemente la situazione. La prima tappa sarà mercoledì prossimo (8 febbraio) con lo sciopero in tutti gli stabilimenti del Gruppo Safilo (oltre a Longarone, anche Santa Maria di Sala e Padova) e la manifestazione organizzata dai lavoratori. Il 22 febbraio è convocato in Regione il tavolo tecnico per un primo confronto in cui l’azienda sarà chiamata a rappresentare la situazione e presentare uno studio sulle possibili soluzioni.