Controllo del cinghiale per la prevenzione della peste suina

Controllo del cinghiale per la prevenzione della peste suina

«La prevenzione della peste suina africana vede impegnati il mondo venatorio e anche la Provincia a livello locale nel controllo del cinghiale. Si tratta di un tema di salute pubblica molto sentito, perché il rischio di diffusione della Psa va contenuto in ogni modo. In tal senso, la collaborazione con gli operatori venatori è fondamentale e gestita in sicurezza». Così la vice presidente della Provincia di Belluno, Silvia Calligaro, delegata in materia di caccia e pesca.

Il tema è quello della peste suina africana – una malattia dei suini e dei cinghiali causata da un virus della famiglia Asfaviridae, genere Asfivirus, altamente contagiosa e generalmente letale per la quale non esistono vaccini né cure – per la quale il Ministero della salute a maggio 2024 ha inviato alla Commissione Ue il Piano nazionale di sorveglianza ed eradicazione 2025-2027 (inoltre, come previsto dalla legge 29/2022, era stato disposto che tutte le Regioni e le Province Autonome adottino propri Piani di Interventi urgenti per far fronte all’emergenza).

«La prevenzione prevede l’eradicazione del cinghiale. Il controllo di questa specie viene effettuato nel Bellunese attraverso la caccia di appostamento con le altane, la tipologia più sicura e meno incidente sul resto della fauna selvatica» spiega la vice presidente Calligaro. «Queste altane sono controllate a campione dalla nostra Polizia Provinciale, e spiace che si sia creato un certo allarmismo attorno a questo genere di strutture, foriero di malumori».

«La prevenzione della Psa è un compito a cui siamo chiamati sia come amministrazione provinciale sia come territorio. Compito per il quale è fondamentale la collaborazione con il mondo venatorio, sempre più specializzato e formato. Tra le altre cose stiamo lavorando a una convenzione con l’Ulss per esentare gli operatori dal pagamento, obbligatorio, della prestazione veterinaria, così da incentivare le operazioni di controllo del cinghiale» conclude la vice presidente Calligaro. «Prevenire la Psa è importantissimo: ricordo che tra le misure previste in caso di diffusione, c’è anche il divieto di frequentazione dei boschi e dei sentieri. Le conseguenze per un territorio turistico sarebbero enormi ed enormemente dannose. Ecco perché serve la collaborazione di tutti su questo tema, senza creare fraintendimenti».

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