Contagio da Covid, rischio dieci volte più alto tra i non vaccinati

Contagio da Covid, rischio dieci volte più alto tra i non vaccinati

Attualmente all’ospedale “San Martino” di Belluno sono ricoverate per covid 9 persone: 7 in area non critica e 2 in terapia intensiva. Dei pazienti non gravi 6 sono vaccinati, con prima o seconda dose. Di quelli più gravi uno è vaccinato, uno no.

Allora uno dice: «Ecco, vedi, il vaccino non funziona». E invece sì. Perché i dati, presi da soli, non raccontano tutta la storia. Vanno integrati e contestualizzati. Partendo da un assunto fondamentale, ripetuto dalla direttrice generale dell’Ulss 1 Dolomiti, Maria Grazia Carraro: come accade per tutti gli altri vaccini (si veda ad esempio quello antinfluenzale), pure quello contro covid – 19 non regala l’immunità totale. Ci si può ammalare, certo, ma con meno probabilità e in forma più lieve.

I numeri, si diceva. Innanzitutto è diversa la platea di riferimento. Al momento l’84,3% dei bellunesi over 12 ha ricevuto almeno una dose di vaccino. Parliamo di 153.673 persone. Sono circa 28mila invece i bellunesi non ancora vaccinati: quasi 5,5 volte di meno. Con uno squilibrio così grande, è quindi possibile avere la situazione ospedaliera attuale. Ma si tratta di pazienti in buona parte anziani, con sintomi lievi e con altre patologie che influiscono sul decorso della malattia.

E allora, confrontando recipienti omogenei, salta fuori un altro dato, anche questo importantissimo. Nell’ultima settimana il rapporto tra il numero dei positivi vaccinati rispetto al totale dei vaccinati è dello 0,03%: in calo rispetto allo 0,05% della settimana scorsa. Di contro aumenta il numero di positivi non vaccinati rispetto alla popolazione non vaccinata: siamo allo 0,38%, in decisa crescita rispetto allo 0,21% di sette giorni fa. Questo significa che chi non si vaccina ha, al momento, oltre 10 volte in più la possibilità di contrarre il virus.

Che il vaccino funzioni lo dimostrano anche i dati relativi alle case di riposo. In quella di Lamon il focolaio nato nei giorni scorsi si è già chiuso. Al momento l’unica struttura con casi positivi risulta quella di Fonzaso, dove si contano 14 ospiti e 3 operatori positivi, quasi tutti asintomatici. «L’anno scorso – spiega la dg Carraro – in assenza di vaccini sarebbe stato impossibile risolvere il problema in così poco tempo: ci ricordiamo tutti come il virus, lo scorso inverno, si sia diffuso rapidamente nelle strutture per anziani e quali tragici effetti abbia prodotto».

Con 310 nuovi casi di coronavirus nell’ultima settimana e un’incidenza di 155 nuovi casi ogni 100mila abitanti la provincia di Belluno è alle prese con una nuova ondata. Ma anche in questo caso i numeri danno ragione alla campagna vaccinale. Pur in crescita, i contagi sono molti lontani da quelli che si registravano 12 mesi fa: a novembre 2020 si viaggiava ad una media di oltre 210 nuovi casi, ma al giorno. Fa ancora più impressione il confronto dei ricoveri: un anno fa erano oltre 150, a fronte dei 9 attuali.

L’appello lanciato dall’Ulss è quindi quello di vaccinarsi, prenotando al più presto la 3° dose, perché è dimostrato che l’immunizzazione dopo sei mesi dalla seconda cala, pur non azzerandosi. Finora i bellunesi hanno risposto “presente” alla chiamata alle armi per la dose booster. In poco più di 24 ore sono andati quasi esauriti i 18mila posti disponibili sul portale www.aulss1.veneto.it. Ne saranno messe a disposizione altre, naturalmente: «Sono orgogliosa dell’alto numero di vaccinazioni che è stato possibile raggiungere in questo nostro territorio», conclude Carraro, «merito dell’organizzazione ma soprattutto della grande sensibilità della popolazione».

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