Coldiretti non ci sta: «Basta con le fake news sugli allevamenti»

Coldiretti non ci sta: «Basta con le fake news sugli allevamenti»

«Le stalle non inquinano: giù le mani dal made in Italy». Coldiretti non ci sta. E prova a stoppare le fake news che minacciano la produzione nazionale, veneta e bellunese. Come quella emersa negli ultimi giorni, secondo la quale gli allevamenti animali sarebbero responsabili dell’inquinamento del pianeta. «Queste distorsioni veicolano disinformazione e creano confusione tra cittadini e consumatori» dicono dall’associazione degli agricoltori.

«I dati rivelano che con le fabbriche chiuse e le stalle aperte, e dopo oltre un mese di restrizioni, zone rosse e chiusura di attività industriali imposte dal Coronavirus, i livelli di biossido di azoto, un marcatore dell’inquinamento, si sono ridotti chiaramente come mostrano le immagini del satellite Sentinel 5 del programma europeo Copernicus, gestito da Commissione Europea e Agenzia Spaziale Europea (Esa) – spiega la Coldiretti -. Questo tipo di fake news vanno condannate, come i fantasiosi tentativi fuori dalla realtà di far immaginare un collegamento, del tutto inesistente, tra l’attività di allevamento nazionale e l’epidemia coronavirus, come purtroppo ipotizzato anche da qualche trasmissione televisiva pseudo scientifica, con il pericoloso effetto di screditare e depotenziare la capacità produttiva del settore zootecnico favorendo speculazioni».

Il comparto zootecnico, al contrario, alimenta economie circolari con la produzione di letame e liquami indispensabili per fertilizzare i terreni. Di fatto, è alla base dell’agricoltura biologica, con l’Italia che detiene la leadership europea in termini di numero di aziende. Ma è fondamentale anche per la produzione di energie rinnovabili come il biogas. 

Il Veneto, regione con una spiccata vocazione zootecnica, eccelle nei numeri di capi, nella produzione lattiero-casearia blasonata e nei marchi di qualità della carne. Negli anni è maturata la consapevolezza ambientale, vista la capillare diffusione di biodigestori. «Gli standard del benessere animale sono rispettati regolarmente quanto la riconversione al sistema d’allevamento biologico – continua Coldiretti Veneto -. Un grande lavoro di recupero delle razze va riconosciuto agli imprenditori agricoli che hanno saputo custodire specie in via d’estinzione ritrovando l’habitat ideale per continuare a tutelare la presenza di ovini, bovini, equini dalla forte identità genealogica. Un patrimonio regionale di milioni di capi che danno latte e carne senza eguali al mondo per qualità. Un sistema consolidato anche grazie a iniziative di valorizzazione messe in campo dagli allevatori, con l’adozione di forme di alimentazione controllata, disciplinari di allevamento restrittivi, sistemi di rintracciabilità elettronica e forme di vendita diretta della carne attraverso le fattorie e i mercati di Campagna Amica. Scegliere carne made in Italy significa anche sostenere un sistema fatto di animali, di prati per il foraggio e soprattutto di persone impegnate a combattere lo spopolamento e il degrado ambientale conservando il paesaggio e le tradizioni per intere generazioni».

L’emergenza coronavirus, però, sta creando più di qualche problema. Se ci si aggiungono le fake news…

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