Clima e classifiche, Dario Bond chiede la “rilettura” dei dati

Clima e classifiche, Dario Bond chiede la “rilettura” dei dati

«I numeri sono numeri e quando la fonte è qualificata e attendibile non si mettono in discussione. Quello che possiamo e dobbiamo rivedere invece è il modo di leggere questi numeri, interpretarli in un quadro complessivo e inserirli nel contesto adeguato. Altrimenti il rischio è che ne esca una narrazione parziale e frammentaria, che – guarda caso – spesso va a nuocere all’immagine del nostro territorio di montagna, bellunese e non solo». Parole e musica di Dario Bond.

Il presidente del Comitato di gestione del Fondo dei Comuni confinanti imbraccia lo scudo e indossa l’elmetto per difendere il Bellunese e il suo clima, dopo la pubblicazione della classifica del Sole 24 Ore (Classifica qualità della vita, è Belluno la città con il clima peggiore d’Italia). Pioggia e giorni di freddo, però, non si mettono in discussione.

«Che il nostro territorio sia esposto a fenomeni atmosferici diversi, e a volte estremi, rispetto a un tempo è sotto gli occhi di tutti» sottolinea Bond. «Lo è altrettanto che il cambiamento in atto non riguardi solo i confini bellunesi, ma sia evidentemente un fenomeno su scala planetaria, che è impossibile misurare, pur con indicatori scientifici, in un arco di 12 mesi e su scala geografica così ridotta. Non molto tempo fa si leggeva sulla stampa, anche nazionale, di come il clima sempre più torrido stia progressivamente spostando verso nord e le terre più alte alcune coltivazioni e di come questo flusso “climatico” potrà interessare in tempi relativamente brevi anche le persone. Che lettura dare dunque di tutto questo, in maniera da non prendere di un fenomeno complesso solo un aspetto o un’angolatura? La mia preoccupazione nasce dal fatto che il Fondo ha un ruolo fondamentale negli investimenti a favore del nostro territorio, delle sue comunità e della sua economia, in primis turistica. Belluno e il suo territorio non mancano di criticità, ma a volte si ha l’impressione che qualcuno ne voglia mettere in evidenza più il ruolo di “cenerentola” (magari ricordando alcuni primati negativi, frutto spesso di uno spaccato sociale dai numeri estremamente ridotti), che quello di tesoro ancora in gran parte da scoprire. Il mio è un appello a tutti coloro che a vario titolo hanno a cuore il nostro meraviglioso territorio: lavoriamo uniti per mostrare tutte le sue potenzialità e la sua ricchezza, certo senza nascondere la realtà, ma disegnandone l’immagine complessiva, che in molti casi è estremante positiva e bella».

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