Frana di Cancia, ora c’è una prima stima. Sono circa 80mila i metri cubi di materiale smosso dalla colata di domenica sera; di questi, ben 25mila hanno raggiunto il centro abitato. Lo ha rivelato il sopralluogo tecnico svolto ieri (20 giugno) nel canalone, con la presenza del geologo Nicola Casagli, docente all’Università di Firenze e presidente del Centro per la Protezione civile, insieme ai rappresentanti della Regione, ai Vigili del fuoco e al Soccorso alpino. A contenere gli effetti della frana hanno contribuito le opere realizzate in passato, per un valore complessivo di oltre 10 milioni di euro. Senza quei presìdi, l’impatto sarebbe potuto essere ben più grave.

«Abbiamo effettuato il sopralluogo con il professor Casagli e gli esperti dell’ateneo fiorentino – spiega il consigliere provinciale Massimo Bortoluzzi –. Casagli ha messo a disposizione un drone con scanner 3D: lunedì sorvolerà l’area colpita, per raccogliere dati utili alle analisi». Intanto, sono cominciate le operazioni di brillamento dei più grossi massi instabili, lungo il canalone.

«Il canalone si è profondamente inciso e a monte c’è ancora materiale instabile – aggiunge Bortoluzzi –. Il rischio di nuovi movimenti resta, specie in caso di forti piogge. Con Casagli stiamo lavorando per accelerare l’iter dei rimborsi danni. Abbiamo deciso di riattivare il tavolo tecnico per valutare nuove opere e pianificare il secondo stralcio dei lavori».
Nel frattempo, continua la rimozione del materiale accumulato nei vasconi, con l’obiettivo di riportare la frazione di Cancia alla normalità quanto prima.