«Mappare i prezzi del pellet». È la richiesta di Uncem (Unione nazionale Comuni enti montani) che denuncia una speculazione sui costi dei trucioli in legno per riscaldamento domestico. Costi che sono aumentati a dismisura nell’ultimo anno, e che sono rimasti altissimi, nonostante il dimezzamento dell’Iva, passata dal 22 al 10%.
«Bisogna capire se dopo il dimezzamento dell’Iva, i prezzi siano scesi. O se invece non sono rimasti uguali considerato il fatto che siamo nel pieno della stagione invernale e che le scorte vanno fatte fuori con i prezzi considerati in precedenza da parte di grandi e piccoli commercianti» denuncia Uncem. «I prezzi di un sacco da 15 chilogrammi non possono essere vicini ai 13, 14, 15 euro. Lo scorso anno, in stagione, erano 5, 6, qualche volta 7 euro per 15 chilogrammi. E la diminuzione dell’Iva che per lo Stato è un costo in termini di gettito, deve portare a un calo del prezzo del sacco e del pellet sfuso».
La richiesta è di intensificare i controlli. E procedere anche con le sanzioni, se necessario. «Chi deve controllare in tal senso – come per il rischio di speculazione di benzina e gasolio per auto e camion – lo faccia evitando che a pagare siano ancora una volta i consumatori. E se vi sono sanzioni, le autorità crediamo debbano intervenire» sottolinea Marco Bussone, presidente Uncem. 1Il mancato controllo dell’aumento dei prezzi del pellet è gravissimo in particolare nei Comuni montani non metanizzati o parzialmente metanizzati, dove pellet e legno rappresentano una fonte di riscaldamento imprescindibile».