Cade nel torrente con l’auto: fa causa al Comune e viene risarcita

Cade nel torrente con l’auto: fa causa al Comune e viene risarcita

 

Era caduta con l’auto nel torrente Ligont. E ha fatto causa al Comune di Feltre. 

Ieri, la sentenza della Corte d’Appello di Venezia le ha dato ragione: l’automobilista, rimasta ferita nell’incidente del 2011, sarà risarcita. 

E il quadro viene così ribaltato, dopo la pronuncia civile di primo grado del tribunale di Belluno (nel 2016). Ora, invece, la Corte d’Appello ha accertato la responsabilità del Comune, reo di non aver messo in sicurezza il tratto, dotandolo di guardrail. E di non aver sparso il sale in maniera adeguata sulla strada. Quello stesso giorno, sempre a causa del ghiaccio, aveva perso la vita Walter Biesuz, 44enne di Soranzen. 

Per vedere riconosciute le sue ragioni, la donna si è affidata a Giesse Risarcimento Danni di Belluno: «Oltre all’enorme spavento, la nostra assistita se l’è cavata solo con lesioni lievi – sottolinea Claudio Dal Borgo, responsabile della sede Giesse di Belluno -. Nell’incidente, però, l’auto è stata distrutta: di conseguenza, le lesioni subite e i danni materiali andavano doverosamente risarciti». 

In base ai rilievi della polizia municipale e alle testimonianze, è emerso che la strada dove si è verificato l’incidente era ghiacciata, soprattutto ai margini. Tanto che uno dei primi soccorritori ha affermato di aver percepito sotto i piedi uno “scricchiolio”. Eppure, sempre sulla base delle testimonianze acquisite, gli addetti non avevano proceduto alla “salatura” del tratto. 

In più, nonostante la pericolosità della zona di incrocio, mancavano le barriere protettive. A carico dell’automobilista, viene riconosciuto solo un minimo concorso di colpa, per non aver adottato maggior attenzione nell’affrontare una strada nota per la sua pericolosità. 

«Per noi le responsabilità erano evidenti fin dall’inizio. Ecco perché abbiamo deciso di sostenere fino alla fine le nostre tesi e di farlo in giudizio, attraverso i nostri legali fiduciari – conclude Dal Borgo -. Anche se ci è voluto tempo per arrivare a un verdetto che si sarebbe potuto raggiungere rapidamente e senza bisogno di ricorrere alle vie legali, siamo molto soddisfatti: giustizia è stata fatta». 

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