Cade il Governo, trema il Bellunese: «Futuro ancora più incerto»

Cade il Governo, trema il Bellunese: «Futuro ancora più incerto»

«Finora, nel post pandemia, l’economia bellunese nel suo complesso sta tenendo botta. Ma ci aspettava già un autunno difficile. Adesso, con la caduta del governo Draghi, il futuro è ancora più incerto». Mario Pozza, il presidente della Camera di commercio di Treviso e Belluno, interpreta il pensiero di tutti. Questa proprio non ci voleva. Lo scioglimento delle camere rischia di vanificare una ripresa già faticosa, come dimostrano i dati trimestrali della Camera di commercio

«La crisi di governo rallenterà provvedimenti fondamentali – commenta amaramente il presidente della Ccia -. Penso al Pnrr, dove siamo in attesa della seconda tranche e bisogna andare avanti con gli obiettivi che il governo si è prefisso per ottenere i finanziamenti. Che, ricordo, vanno poi restituiti».

E poi ci sono le necessarie infrastrutture, le olimpiadi. «Aggiungiamoci pure la Legge sulla montagna e la revisione del testo unico degli enti locali», elenca uno sconsolato Roberto Padrin, che parla apertamente di «Pagina nera per il nostro Paese».

Si allinea al pessimismo anche Confartigianato, che lamenta come «La crisi sia la dimostrazione che le “Terre alte” non rientrano nell’agenda del Paese». La presidente dell’associazione, Claudia Scarzanella, chiede che «L’attenzione sollevata con il ddl montagna non si spenga a seguito di questa crisi di governo, che ha tolto dai lavori parlamentari la discussione della legge».

«Inutile negare la nostra preoccupazione per tutte le altre partite sul tavolo, dalla crisi energetica al Pnrr dove una battuta di stop rischia di avere ricadute molto più ampie di quelle che possiamo immaginare ora. Senza contare che i mercati hanno già dato una prima risposta, eloquente e quanto mai dannosa, all’instabilità delle ultime settimane» conclude la presidente Scarzanella. «Gli artigiani con spirito di sacrificio e umiltà quotidianamente aprono le loro botteghe e lavorano. Oggi chiediamo non solo di poter lavorare, ma che le forze politiche lavorino per assicurare un futuro al Paese e anche ai nostri territori, al di là delle diatribe partitiche che inevitabilmente guardano alle elezioni».

Anche perché dalla prossima legislatura, con la riduzione dei parlamentari, le zone periferiche del Belpaese rischiano di non essere più rappresentate. Tra queste, naturalmente, anche il Bellunese. Che nel governo Draghi poteva contare, caso più unico che raro, su due ministri.  «Nel futuro chissà – chiosa Pozza – ma sarà difficile. E avere figure di riferimento nelle stanze dei bottoni aiuta ad avere maggiore attenzione».

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