Benessere e disagio: dopo la pandemia i giovani si raccontano

Benessere e disagio: dopo la pandemia i giovani si raccontano

Come hanno vissuto, i giovani bellunesi, la pandemia? Non troppo bene. La didattica a distanza e le forti limitazioni alla socialità hanno influito negativamente sul benessere dei teenager, acuendo il disagio esistente e creando nuove difficoltà. Lo dimostra la ricerca “Tu oggi e domani: dicci la tua”, realizzata dalla Consulta provinciale degli studenti e dall’ufficio scolastico provinciale su un campione di oltre 3.000 studenti delle scuole superiori della provincia.

La ricerca è stata presentata ieri al teatro del Centro Giovanni XXIII nel corso del convegno organizzato da Antenna Anziani, sui temi della salute mentale e del disagio giovanile. Si compone di 151 domande che squarciano il velo sul mondo dei ragazzi tra i 14 e i 19 anni. Che hanno sofferto forse più di altri i due anni pandemici.

Lo studio esplora tutte le varie forme di disagio e dipendenze. In generale la pandemia e le limitazioni legate ad essa hanno aumentato l’infelicità, portando con sé maggiori pensieri autolesionistici, disturbi alimentari e facendo significativamente aumentare tra i ragazzi la voglia di andarsene dalla provincia, vissuta come una vera necessità.

Una delle cause individuate è il maggior tempo passato in rete. L’82% degli intervistati afferma di trascorrere almeno un’ora al giorno sui social, il 41% più di 3 ore al giorno. Con una netta prevalenza femminile: il 49% contro il 27,7% dei maschi. Una frequenza di utilizzo che per il 73% degli intervistati indica una dipendenza.

Preoccupa la correlazione tra isolamento digitale, bullismo, paura e disagio.  Il 26% di chi utilizza i social teme di non risultare all’altezza delle aspettative degli altri. Il fenomeno risulta significativamente maggiore nel gruppo di chi passa almeno 3 ore al giorno sui social (il 31% contro il 22.4% degli altri). Non solo. Il 20.1% degli studenti che passa almeno 3 o più ore al giorno sui social dichiara di provare settimanalmente sensazioni di paura (12.3% tra gli altri) e il 20.3% ha frequenti pensieri di morte (13.3% tra chi spende meno di 3 ore sui social). Sul disagio psicologico influisce anche l’orario: chi rimane a connesso fino a tardi prova maggiori sensazioni di paura e pensieri autolesionistici.

Ad aprire il convegno il direttore dei Servizi socio sanitari dell’Ulss 1, Giampaolo Pecere, e il sindaco di Belluno, Jacopo Massaro, che hanno analizzato il fenomeno dai loro punti di osservazione privilegiati.

L’intera ricerca è consultabile online all’indirizzo www.studentibelluno.it

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