Azione interroga Dolomitibus: «Aumentate le tariffe e poi ci sono soldi accantonati?»

Azione interroga Dolomitibus: «Aumentate le tariffe e poi ci sono soldi accantonati?»

Domande taglienti come rasoi. La certezza che c’è sotto un gioco politico per «appuntarsi una medaglia al petto». E la necessità di avere risposte. Investi Scuola diventa sempre più terreno di sfida per il sottobosco politico.

Da un lato la filiera di Fratelli d’Italia ha scritto una lettera e sembra aver trovato le risorse interne a Dolomitibus, grazie all’asse De Carlo-Biasiotto. Dall’altro ci sono i dubbi di Azione. Il partito di Calenda si pone una domanda legittima: se davvero Dolomitibus ha risorse accantonate e di facile utilizzo, perché è stato imposto l’aumento delle tariffe? Lo chiede il segretario provinciale, Andrea De Bortoli (in foto), dopo la disponibilità dell’azienda a dare fondo alle riserve e scongiurare così il caro trasporti per centinaia di studenti bellunesi.

«Siamo contenti che a poco meno di un mese dal suono della campanella l’intervento lodevole quanto doveroso del senatore De Carlo abbia offerto una soluzione allo stallo che minacciava il rifinanziamento di questa misura. Ci aspettavamo un aiuto da Roma o dalla Regione – che su questa partita ha preferito voltarsi dall’altra parte – e invece abbiamo scoperto con non poco stupore che la soluzione ce l’avevamo in casa» scrive in una nota De Bortoli. «Dopo affannose ricerche – per trovare ovunque fosse possibile le coperture necessarie – e un serrato dialogo tra i principali attori in gioco, ci siamo accorti che era sufficiente una chiamata del nostro senatore al presidente del cda di Dolomitibus per trovare in brevissimo tempo la soluzione perfetta, o almeno così pare leggendo le dichiarazioni di De Carlo. A questo punto, vorremmo rivolgere alcune domande al presidente di Dolomitibus, Andrea Biasiotto».

E qui parte la raffica di quesiti: «Davvero la verifica presso i soci è stata fatta solo dopo l’indicazione di De Carlo? Nonostante le interlocuzioni delle scorse settimane con la Provincia, non si era mai affrontato questa opportunità nel corso di un cda dell’azienda, anche all’uopo convocato? Davvero la società si può permettere di intaccare, seppure in via straordinaria, le riserve, soprattutto alla luce del recente aumento delle tariffe? Anche i privati si sono resi disponibili a offrire la quota parte che spetta loro? Non si ritiene che questo intervento, per quanto meritorio, vada a costituire uno spinoso precedente e origini un plausibile malcontento tra i dipendenti dell’azienda, che hanno più volte manifestato apertamente il loro disagio? Stiamo così discriminando alcune categorie di stakeholder? E se sì, su quali basi?».

«Ecco, crediamo che nelle sedi opportune una risposta a queste domande vada data in maniera solerte, per non lasciare spazio a facili illazioni» conclude De Bortoli. «Infatti, ci opponiamo fermamente a chi sostiene che sia stata un’operazione di mera opportunità, per poter garantire a una certa parte politica di potersi appuntare una medaglia al petto. Attendiamo fiduciosi chiarimenti e ringraziamo sin d’ora tutti coloro che si adopereranno per una soluzione che possa garantire un beneficio a tutti e preservare il valore dell’azienda».  

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