«L’aeroporto è la nostra seconda casa. Tanto che alcuni piloti sono diventati “pompieri” pur di continuare a viverci». Parola di Luca De Battista, coordinatore del servizio antincendio all’aeroporto Dell’Oro di Belluno. 

Sono 25 i volontari che nel tempo libero indossano la divisa ignifuga e garantiscono un presidio di primo intervento. È obbligatorio per la legge italiana. Ma al Dell’Oro è frutto della passione. Se non ci fossero i volontari, l’aeroporto sarebbe costretto ad ammainare la manica a vento e dire stop a tutte le attività che si svolgono sul campo di volo. «Anche se siamo volontari, cerchiamo di dare un servizio professionale – spiega De Battista -. Proprio per questo ci teniamo in allenamento con un’esercitazione al mese; solo così si riescono a fare proprie tutte le procedure standard d’intervento». 

In caso di “incivolo” i volontari hanno solamente tre minuti per intervenire: spegnere le fiamme, oppure far evacuare il velivolo. Se però la situazione precipita, intervengono gli enti superiori (vigili del fuoco, Suem 118): arrivano sul posto e si fanno carico della gestione dell’emergenza.

Per i volontari però non mancano le attività extra. Recentemente una squadra piemontese delle “Guardie ai fuochi” ha fatto proprio tappa all’aeroporto di Belluno per condividere con i pompieri dolomitici una parte dell’addestramento. 

«Ogni tanto abbiamo anche la fortuna di ospitare delle scolaresche che vengono a conoscere la nostra realtà – conclude De Battista-. Organizziamo per loro un piccolo percorso a tappe; ogni bambino così si può trasformare per una manciata di minuti in un piccolo Grisù. Come ultima tappa facciamo provare ad abbattere delle fiamme finte, costruite in legno compensato, con la lancia e con il naspo. Non può mancare un giro su Rosso 1, il nostro camion, a sirene spiegate. Il sorriso dei piccoli ci ripaga da ogni fatica».