Sarà l’anno della montagna. Lo dicono tutti. Ma quale montagna? Per fortuna che le ultime domeniche di sole hanno mostrato le potenzialità delle Dolomiti bellunesi e delle Prealpi della Valbelluna. Perché per tutto il resto la montagna continua a essere sinonimo di Trento e Bolzano.
Le due province autonome hanno già cominciato a martellare sulla sicurezza, sull’aria buona, sull’impossibilità di contrarre il Covid, su cucina, arte e sport. I social ufficiali di Visit Trentino e Alto Adige da vivere hanno sfoderato tutto il repertorio. Video scintillanti, foto da urlo, messaggi. E Belluno? Ci prova, come al solito. Divisa come sempre: ogni vallata corre da sola, Cortina promuove se stessa, il Cadore fa altrettanto, l’Agordino idem. Sui social, nessun canale ufficiale. E anche in internet, se si cerca Trentino o Alto Adige si viene catapultati subito sui siti suedtirol.info e visittrentino.info, in cui si trovano alberghi, ristoranti, eventi, tutti nella stessa pagina. Per le Dolomiti bellunesi invece bisogna fare come i cercatori d’oro: armarsi di pazienza e filtrare da più siti.
Difficile competere così. Se ci si aggiungono risorse economiche pressoché illimitate per i dirimpettai, il gioco è fatto. L’estate 2020 potrà essere l’estate della montagna, ma è il caso di indirizzarla. Stesso discorso per Mondiali e Olimpiadi. Perché il business non si può improvvisare. Tanto più se nello stesso mercato nuotano gli squali.