Gli sbarchi non si sono fermati. I flussi migratori, fenomeno storico da che esiste il mondo, neppure. E la montagna deve fare i conti con nuovi arrivi, tra chi vede grandi possibilità di integrazione e magari anche una “cura” al male grande dello spopolamento. E chi invece pensa che non ci siano spazi di nessun genere. In mezzo c’è il problema dell’accoglienza, che negli anni ha cambiato diverse tipologie e anche soggetti gestori.
Adesso come funziona? Ci sono poche realtà in grado di intervenire. E il rischio è che venga scaricato tutto sui Comuni. Qualche sindaco ha cominciato a intuire l’antifona. E si è già mosso.
A Domegge di Cadore, per esempio, arriveranno nei prossimi giorni alcuni migranti. Uno o due al massimo. Il primo cittadino ha deciso di farlo sapere con grande chiarezza ai cittadini. E ha chiesto loro una mano per una prima fase di accoglienza.
«A seguito del fenomeno migratorio che sta interessando il nostro Paese e tutta l’Europa, la Prefettura di Belluno ha riferito che nei prossimi giorni verranno assegnate al nostro Comune una o due persone fra quelle destinate alla nostra provincia» ha scritto Achille Barnabò. «Il Comune non ha la disponibilità di alloggi adeguati a ospitarle. Rivolgo pertanto l’appello ai cittadini disponibili a offrire loro accoglienza, garantendo un’ospitalità minimale, segnalando all’amministrazione comunale la propria volontà in tal senso. Ringrazio per la sensibilità che sarà dimostrata in una circostanza così delicata».
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