Appello ai parlamentari: «Riaprite i servizi alla persona anche in zona rossa»

Appello ai parlamentari: «Riaprite i servizi alla persona anche in zona rossa»

Confartigianato Imprese Veneto ha chiesto a deputati e senatori eletti in regione di favorire la riapertura dei servizi alla persona (acconciatura, estetica, tatuaggio e piercing) con una pronta modifica al Dpcm del 2 marzo 2021 che reintegri le attività di acconciatura ed estetica nell’allegato 24, consentendone lo svolgimento nelle zone rosse ed evitando in tal modo il protrarsi della situazione di pericolo per i cittadini fruitori di tali servizi.

E lo ha fatto attraverso una lettera: «Il nostro comparto sta subendo una chiusura che non è giustificabile: per mesi i saloni di acconciatura sono rimasti aperti anche in zona rossa, in quanto il legislatore ha riconosciuto la bontà dei protocolli di sicurezza disposti – afferma Ivana Del Pizzol, presidente degli acconciatori di Confartigianato Belluno -. Poi da un giorno all’altro sono cambiate le regole. La scelta di imporre la chiusura appare di difficile comprensione dal momento che i locali sono più che sicuri, sia per quanto riguarda l’utilizzo di dispositivi medici di protezione per il personale addetto ai servizi e l’impiego di materiali adeguati alle prestazioni eseguite, sia sotto il profilo del contingentamento delle persone. Anzi, la chiusura comporta l’incremento di fenomeni legati all’esercizio abusivo di tali attività presso il domicilio dei cittadini, con il rischio concreto di aumentare i contatti non protetti in ambienti non sanificati e dunque la diffusione del virus».

Il quadro del settore è ben illustrato nella lettera inviata ai parlamentari veneti: 12mila le imprese artigiane venete attive a fine 2020 (8.147 dell’acconciatura e 3.837 dell’estetica) con 24.500 addetti. Numeri che impongono una riflessione, secondo i presidenti di mestiere, che va ben oltre il danno economico.

«Gli investimenti e le precauzioni adottati per l’adeguamento ai protocolli di sicurezza garantiscono nei saloni e nei locali aziendali elevati ed efficaci livelli di prevenzione, ulteriori peraltro alle già rigide misure di sicurezza normalmente rispettate dagli operatori del settore a tutela della salute della propria clientela – rileva Alessandra Feltrin, presidente del settore benessere -. Inoltre, i saloni e i centri dove vengono prestate le attività di servizi alla persona non possono in alcun modo essere intesi quali luoghi di assembramento, visto che è consentito l’accesso soltanto di un cliente alla volta, per di più con obbligo di prenotazione».

«Le nostre imprese chiedono di lavorare, perché è il solo modo di superare il difficile momento economico – aggiunge la presidente di Confartigianato Belluno, Claudia Scarzanella -. Il rispetto dei protocolli di sicurezza non è in discussione. Ma se vogliamo uscire dalla crisi, che è economica oltre che sanitaria, è necessario che le attività ripartano, quanto meno quelle in cui è appurato che non esistono pericoli di contagio».

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