La DRL Belluno non si qualifica ai playoff, ma un bellunese ci sarà di sicuro. Il suo nome è Andrea De Col, centrale, classe 2003, in forza alla Med Store Tunit Macerata. Domenica sera. in quella stessa Spes Arena nella quale ha giocato molte volte, lui che è cresciuto nella Spes, ci è entrato come ospite e si è dimostrato capace di un’ottima prestazione: 5 punti su 7 palle attaccate (71%) più tre muri vincenti solo nel primo set, salvo poi essere sostituito nel secondo parziale.
Poco conta, di fatto, la sconfitta contro la squadra di casa: «Onestamente sono contento. Se devo guardare la mia prestazione posso solo che esserne soddisfatto. Sicuramente Belluno è una squadra tosta e me l’aspettavo. Conoscendo la maggior parte dei giocatori sapevo che erano motivati e non potevamo permetterci di arrivare con le difese basse».
«Mi fa molto piacere il calore con cui mi hanno accolto – continua De Col -. Torno qui a Belluno solo una volta ogni tanto, per cui mi gratifica trovare sempre tutti i miei amici qui presenti. Poi l’entusiasmo che si respira in questo palazzetto non ha paragoni con tutto il resto della Serie A3, è davvero incredibile».
Sereno anche in previsione dei playoff: «Spererei intanto di giocare, che non è cosa da poco, dopodiché l’obiettivo della società è quello di vincere, il mio personale è di dare il meglio ed esprimere al massimo le mie qualità. Il risultato, poi, arriva da sé: se giochiamo demotivati si perde, se giochiamo con la grinta e con la sicurezza giusta non dovremmo avere troppi problemi».
Il talento alpagoto non esclude un possibile futuro con i rinoceronti: «Preferisco tenermi sul vago. Sicuramente sarebbe bello ma ora non saprei rispondere, dipenderà molto dal momento. Qui sono pur sempre a casa e so che nel momento in cui vorrò, e anche la società mi vorrà, sarò sereno di poter tornare. Per ora mi vivo le esperienze e me le faccio anche più complicate appositamente perché, comunque, andar via di casa e cambiar regione è difficile. Ma ho avuto questa occasione e sono contento di averla colta».