Questo matrimonio non s’ha da fare.
Nel 2020, i fatidici “sì’” in Veneto sono crollati del 40% rispetto al 2019. Effetto del Covid e dell’emergenza sanitaria che hanno bloccato anche tutte le altre cerimonie, dalle cresime alle prime comunioni, con un danno consistente per una vasta gamma di attività, a cominciare da ristorazione e catering. «Una situazione fortunatamente in via di soluzione, con il Veneto che sta andando verso la zona bianca. E per le attività legate alle cerimonie sarà un’autentica boccata di ossigeno, ma per tutti le riaperture sono importanti, per il ritorno alla normale convivialità, che tanto ci è mancata negli ultimi mesi». Lo dice la presidente di Confartigianato Belluno Claudia Scarzanella, alla luce del miglioramento dei dati del quadro pandemico.
«L’ultimo anno e mezzo è stato drammatico. Tutti i settori sono stati colpiti, chi in misura maggiore, chi in misura minore – continua la presidente Scarzanella -. Ma il mondo dei ristoranti, del catering e dei servizi legati alle cerimonie ha avuto un autentico tracollo, mettendo a serio rischio la tenuta di molte imprese». Secondo una recente indagine del Ufficio Studi di Confartigianato Veneto, il comparto delle cerimonie e wedding comprende imprese che operano in differenti ambiti di attività: organizzazione, location, catering e intrattenimento; partecipazioni, fotografi e videomaker; acconciatura e trucco; cappelli, abiti, fedi e accessori; fiori, bomboniere, lista nozze e viaggi di nozze, con un peso variabile delle attività relative a matrimoni e cerimonie sul fatturato totale. All’interno di questi 5 ambiti si individuano 30 settori economici di cui alcuni sono fortemente specializzati, con una più accentuata dipendenza dall’andamento di queste cerimonie ed eventi: agenzie matrimoniali, wedding planner, musicisti, cantanti e disc-jockey, imprese che realizzano bomboniere e fotografi.
«Adesso che si intravvede l’uscita dal tunnel, c’è bisogno di correre – aggiunge il direttore di Confartigianato Belluno, Michele Basso -. Per questo auspichiamo una semplificazione nella burocrazia dei “green pass”».