Quella della data delle varianti alla Alemagna rischia di diventare la trama di un libro giallo. Giallo come il logo di Anas. Che prima annuncia urbi et orbi il Piano Cortina 2021, assicurando di concluderlo entro dicembre 2020 (correva l’anno 2017). Poi si scusa per il disagio, e di fronte alle lungaggini progettuali e ai tempi delle approvazioni delle opere punta a un futuro più in là dei Mondiali di Sci. Quanto più in là? Alla vigilia delle gare iridate, il presidente Gemme annunciava senza timori un 2023. Adesso, una decina di giorni dopo, intervistato dal Corriere delle Alpi, azzarda un 2024. Viene da chiedersi se i tempi si dilateranno ulteriormente, tra qualche settimana. Di certo c’è che le tre varianti (Tai, Valle e San Vito) servono assolutamente alla Statale 51, non solo per Mondiali e Olimpiadi, ma anche e soprattutto per la viabilità quotidiana; per il turismo e per i residenti.
Per realizzare le opere pare ci vogliano dai 18 ai 30 mesi. Così dicono i documenti. Vale a dire due anni e mezzo, nella peggiore delle ipotesi. E per chiudere l’iter progettuale e autorizzativo?
Intanto c’è un rischio, che è forse più disastroso del non veder concluse le opere. Quello di una partenza in contemporanea di tutti i cantieri. Significherebbe una paralisi quasi completa della viabilità tra Tai e San Vito. Se dovesse capitare d’estate – magari a pandemia archiviata – sarebbe il massimo. Il condizionale è d’obbligo. Ci penserà Anas a farlo diventare, eventualmente, un indicativo.