Non è difficile sentire un “hallo” per chi frequenta le Alte vie bellunesi. E neanche un “good morning”. Del resto, i sentieri d’alta quota sono frequentatissimi da escursionisti di lingua inglese. Lo dicono i dati raccolti e analizzati dal Consorzio Dolomiti Prealpi nell’estate 2024.
Il Consorzio infatti è partito dallo studio sul turismo escursionistico in Italia condotto dal Touring Club e da Enit nel 2023, che dimostrava come i viaggi a piedi itineranti siano sempre più popolari. E ha monitorato gli arrivi degli escursionisti lungo le Alte vie n. 1 (Braies – Belluno) e n. 2 (Bressanone – Feltre) seguendo i flussi negli uffici turistici di Belluno e Feltre.
I DATI
Negli anni passati, la maggior parte degli escursionisti che completavano questi percorsi proveniva dall’area germanofona, seguita dagli italiani e da alcuni visitatori di altri Paesi europei. Tuttavia, dal 2010, con il riconoscimento delle Dolomiti come Patrimonio Unesco, la situazione è gradualmente mutata, registrando un incremento costante di escursionisti provenienti da un numero sempre più ampio di nazioni, incluse numerose aree extraeuropee.
L’analisi degli arrivi del 2024 evidenzia che gli escursionisti statunitensi hanno quasi raddoppiato il numero degli italiani. La Germania è scesa al quinto posto, mentre Regno Unito e Australia si collocano rispettivamente al terzo e quarto posto, seguiti dal Canada al sesto. Il turismo escursionistico nelle Dolomiti Bellunesi è ora dominato prevalentemente da viaggiatori di lingua inglese.
Complessivamente, sono state rilevate 37 nazionalità tra gli escursionisti giunti a Belluno e Feltre, con circa 1.300 arrivi per l’Alta via 1 e circa 600 per l’Alta via 2. La maggiore attrattività dell’Alta via 1 è dovuta non solo alla sua numerazione, ma anche ai dislivelli e ai tempi di percorrenza relativamente più accessibili rispetto all’Alta via 2.
Dal punto di vista delle percentuali, gli escursionisti provenienti dagli Stati Uniti rappresentano il 25,9% del totale, seguiti dagli italiani (13,7%), dagli inglesi (12,3%), dagli australiani (8,8%), dai tedeschi (6,5%) e dai canadesi (4,5%). Completano la top ten Belgio (4,3%), Olanda (4,2%), Repubblica Ceca (4,2%) e Francia (3,4%). A livello continentale, il 56,5% degli escursionisti proviene dall’Europa (con rappresentanti di 22 Paesi), il 30,4% dagli Stati Uniti, il 9,6% dall’Australia, seguiti da Sud America, Asia e Medio Oriente (Israele).
LE PROSPETTIVE
Questi dati confermano il crescente interesse internazionale verso i lunghi itinerari escursionistici delle Dolomiti Unesco, suggerendo un trend destinato a consolidarsi ulteriormente. Tuttavia, per mantenere la competitività del territorio, sono necessarie azioni strategiche. Per questo motivo, il Consorzio Dolomiti Prealpi, in sinergia con la Dmo Dolomiti Bellunesi, intende avviare un tavolo di lavoro su più fronti.
«Il nostro obiettivo come Consorzio Dolomiti Prealpi – spiega il presidente Lionello Gorza – è incrementare le presenze turistiche a Belluno e Feltre anche oltre il termine della percorrenza delle Alte vie. Negli ultimi anni, abbiamo osservato un aumento di escursionisti ad alta capacità di spesa, desiderosi di celebrare il traguardo raggiunto nelle città di arrivo. Inoltre, la vicinanza con un altro sito Unesco, le Colline del Prosecco, e la possibilità di visitare Venezia in giornata grazie al collegamento ferroviario con rientro serale a Feltre o Belluno, rappresentano elementi di grande interesse per i visitatori provenienti da Paesi lontani. Per questo motivo, vogliamo avviare un dialogo con il Cai, la Dmo e i gestori dei rifugi lungo i due percorsi, al fine di promuovere le due città d’arte della provincia e informare gli escursionisti sulle opportunità esperienziali offerte dalla Valbelluna».
I rifugi giocano un ruolo cruciale in questo contesto: spesso si trovano a interfacciarsi con escursionisti abituati a ricevere risposte rapide e a cercare informazioni oltre la semplice richiesta di pernottamento. Una collaborazione efficace tra il Consorzio Dolomiti Prealpi e i rifugi potrebbe rivelarsi strategica, consentendo al personale del Consorzio di supportare i rifugisti nella fornitura di informazioni turistiche e logistiche e, al contempo, ai rifugi di condividere con il Consorzio spunti e segnalazioni derivanti dalle esigenze dei viaggiatori.
«Nelle prossime settimane – conclude il presidente Gorza – ci attiveremo per coinvolgere tutti gli interlocutori chiave e organizzeremo un primo incontro operativo, con l’obiettivo di definire un cronoprogramma di azioni concrete».
in foto: il Rifugio Pramperet sull’Alta via 1