“Ceramica Dolomiti-Ideal Standard. Una storia industriale dopo il Vajont: il futuro non deve essere un altro disastro”. È il messaggio che i lavoratori della fabbrica di Borgo Valbelluna hanno portato prima in piazza a Trichiana e poi davanti alla Prefettura. Un messaggio grondante preoccupazione. Perché negli ultimi mesi, nonostante le ripetute richieste di vedere il piano industriale, sono mancate le risposte. E i sindacati temono.
Alla Ideal, fabbrica di sanitari, lavorano oltre 450 persone. Nell’ultimo anno ne sono state assunte altre 40, perché il mercato sta andando bene, spinto dalla ripresa del “sistema casa” e dai bonus edilizi. Ma l’edilizia tirerà ancora a lungo? E se sì, la proprietà australiana punterà sempre sul sito di Trichiana? Domande a cui lavoratori e sindacati chiedono risposte. Al momento non ci sono certezze, se non che per il 28 ottobre è convocato un incontro al Ministero dello sviluppo economico.
«I lavoratori hanno diritto di sapere se gli azionisti vogliono continuare a investire su questo stabilimento» dicono i sindacati di Cgil, Cisl e Uil. «Non vorremmo che ci fossero sotto strategie di cui non siamo a conoscenza. Magari legate alla cessione del ramo sanitari da parte di Ideal. L’azienda ha lanciato una campagna pubblicitaria sui suoi prodotti e noi con il flashmob portiamo in piazza i sanitari realizzati a Trichiana, perché vogliamo continuare a produrli lì, con la professionalità dei lavoratori bellunesi».
Durante il flashmob davanti alla Prefettura sono intervenuti anche il presidente della Provincia Roberto Padrin e il prefetto Mariano Savastano.