Se ne è parlato per anni, poi stop. Ma la questione dell’aeroporto di Cortina non è tramontata. A riproporla, come un evergreen che non conosce le rughe del tempo che passa, Daniela Santanché. Basterà ad appesantire ancora di più il dibattito sull’accessibilità della conca ampezzana alla vigilia delle Olimpiadi? Ai posteri l’ardua sentenza. Intanto però è arrivato l’avviso ai naviganti.
La senatrice di Fratelli d’Italia era sulle Dolomiti per un evento mondano (legato a una nota marca di gioielli). E come tutti, ha dovuto raggiungere Cortina in auto, testando di persona le condizioni della vecchia Alemagna.
«Oggi è ancora un calvario la strada per Cortina» ha detto Santanché. Lo sanno bene gli automobilisti che anche negli ultimi fine settimana hanno raggiunto le piste da sci ampezzane e cadorine. Ma forse non tutti gli sciatori sceglierebbero di abbandonare la vecchia strada per un nuovo aeroporto. Perché è questa la proposta della senatrice. «Serve un aeroporto a Cortina, come esiste nelle più importanti località sciistiche estere dell’arco alpino».
In realtà, a Cortina (più precisamente a Fiames) c’era un piccolo aeroporto. Realizzato a seguito del boom dei Giochi olimpici del 1956, venne ultimato all’inizio degli anni Sessanta. Dopo vicende alterne, a metà anni Settanta fu creato un servizio di aerotaxi di collegamento con Bolzano, Venezia e Milano. Ma durò ben poco, perché nel maggio 1976, anche a causa delle avverse condizioni meteo, si verificò un incidente in fase di decollo: il piccolo velivolo si schiantò al suolo e persero la vita sei persone oltre al pilota. Fu l’ultimo volo ufficiale. Adesso, Olimpiadi e Santanché provano a riaccendere la questione.
