Pubblichiamo il corsivo della presidente di Confindustria Belluno Dolomiti, Lorraine Berton, in occasione della Festa della donna.
Sono giorni di apprensione e di dolore per tutti e il mio primo pensiero, nella Giornata della Donna, va alle donne ucraine, quelle rimaste nel loro Paese, quelle in fuga per mettere in salvo i propri figli, le tante che sono sul nostro territorio e che in Ucraina hanno gli affetti più cari. Siamo con loro, vorremmo abbracciarle una per una perché quello che sta accadendo è ingiustificabile e straziante. Eravamo quasi usciti da una pandemia feroce e ora siamo davanti a una guerra inattesa, con tutti i suoi risvolti umanitari, geopolitici ed economici.
La “questione femminile” deve però rimanere una priorità: ce lo dicono i tanti casi di violenza ma anche le basse percentuali di rappresentanza in politica, nelle imprese, nei sindacati. Più in generale, le donne con ruoli di responsabilità – a tutti i livelli – sono ancora troppo poche. La stessa pandemia ha colpito più duramente le donne, strette tra dad e assistenza ai familiari. Restano infatti dei fattori culturali che vanno scardinati, educando al rispetto reciproco e a quello per se stesse, promuovendo l’indipendenza, sia essa affettiva che economica, condizione necessaria per non essere ricattate né ricattabili. Proprio per questo alle ragazze che incontro in azienda e nelle scuole dico sempre di perseguire con ostinazione i loro obiettivi e coltivare i propri talenti.
Non ci sono lavori per uomini e lavori per donne: ci sono lavori e basta, aspirazioni e capacità, ambizioni legittime, che non hanno sesso, orientamento sessuale, etnia o quant’altro. Fa strano dirlo nel 2022.
Come Associazione, in tal senso, stiamo portando avanti una vera e propria operazione culturale, puntando sullo sviluppo delle competenze tecniche. E’ il caso dell’ITS Meccatronico Academy del Veneto o della Luiss Business School, iniziative che abbiamo voluto con forza a Belluno. Mi piace ricordare come l’occhialeria bellunese sia diventata grande nel mondo grazie alle donne, alle nostre mamme e nonne, anche se i posti di rilievo sono sempre stati occupati da uomini.
Qualcosa è però cambiato e sta cambiando.
Le stesse aziende bellunesi – all’insegna della massima responsabilità sociale – stanno adottando nuove forme di welfare, basate sulla conciliazione tra lavoro e vita privata.
La parte più dolorosa e urgente resta quella della violenza: nessuna donna deve essere sola nell’affrontare il suo aguzzino, spesso in casa e insospettabile.
Chi sa denunci o si faccia avanti. Non è un invito alla delazione, ma a fare rete, a prendersi cura gli uni degli altri. Le fabbriche per prime devono diventare porti franchi, inclusivi e sicuri.
Ho iniziato questo mio intervento pensando alle donne ucraine, ma mi auguro siano forti pure le mamme di quei giovanissimi soldati russi che stanno morendo in Ucraina, forti nell’affrontare il dolore e forti nel denunciare l’ingiustizia. Solo la forza delle madri – a questo punto – può cambiare il corso degli eventi.
Buona Giornata della donna, di tutte le donne, e anche di tutti quegli uomini – la grande maggioranza – che sanno cos’è il rispetto.